
L’albero delle farfalle, il cui nome scientifico è Buddleja, è stata importata dalla Cina meno di 2 secoli fa ed ha subito riscosso interesse e ammirazione. Ha una fiorirura a forma di pannocchie prodigiosa ed abbondantissima continua da giugno a settembre. La chiamano albero delle farfalle perché le attira irresistibilmente arrivando a modificare le popolazioni animali degli habitat nei quali vive.
La sua adattabilità a terreni di ogni tipo, la resistenza ai climi freddi e caldi, alla siccità, ai parassiti ed alle malattie ne fanno un’eccezionale alleata nella creazione di giardini.
É tanto adattabile che i giardinieri ne hanno selezionato moltissime Cultivar, e l’hanno “domata” nella sagoma, nei colori e nelle dimensioni dell’adulto, producendo molte forme chimeriche.
In botanica una “chimera” é un individuo che possiede cellule provenienti da due zigoti diversi invece che da uno solo; cellule, anche nello stesso organo, con corredi genetici differenti: così si hanno fiori di 2 colori, foglie variegate con striature chiare e scure, frutti con fasce epidermiche di differenti colori, etc.
Producendo tante forme biologiche, la classificazione sistematica, diventa molto complicata. Tanto complicata che l’attribuzione ad una famiglia, piuttosto che un’altra, é ancora oggetto di discussione ed i vivaisti propendono per una classificazione di tipo morfologico. (Ad esempio, grandiflora o, globosa, etc).

La più apprezzata dai giardinieri e la più venduta nel nostro Paese è la Buddleja davidii, per la sua resistenza e la facilità con cui si cura: non teme il gelo, può resistere fino a 15 gradi sotto zero, può essere coltivata in vaso senza sforzo ed esposta al sole, ma può sopportare benissimo anche la penombra. La specie di buddleja davidii può arrivare fino ai 5 metri di altezza. L’arbusto va piantato nei mesi da Ottobre a Aprile. La pianta preferisce le zone assolate e non deve essere innaffiata molto spesso: la Buddleja Davidii non ama infatti i terreni troppo umidi, e teme i ristagni. I fiori della Buddleja Davidii sbocciano da luglio a ottobre e sono ricchi di un nettare che è un richiamo irresistibile per le farfalle.
Eppure la Buddleja si ribella e sfugge alla coltura diventando un pianta invasiva: essa infatti si adatta facilmente ad ogni tipo di suolo preferendo quello calcareo. Attualmente è comune in Europa, dove cresce su dirupi e nei luoghi incolti, golene, rive di fiumi e di laghi, radure forestali, dalla pianura fino a oltre 1300 m. Produce milioni di semi che attecchiscono su qualunque terreno in qualunque tipo di esposizione ed in qualunque clima non artico, diventando prepotente nei confronti delle specie autoctone, e quando inselvatichisce, spesso perde il carattere chimerico ritornando alla sua forma monozigotica. Cresce talmente ovunque che nel nord italia si é naturalizzata ed e diventata invasiva, costringendo le regioni a promuovere politiche ambientali restrittive e negli Stati Uniti é talmente infestante da essere diventata una minaccia all’economia.
Massimo Luciani – Etnobotanica
5 novembre 2023
Storie di alberi e piante