Lunedi 25 marzo voto in UE per la Nature Restoration Law

L’Associazione italiana Green Impact in rappresentanza del network europeo Forest Defenders Alliance, lancia un appello al Governo italiano per sostenere la nuova legge europea per ripristinare gli ecosistemi per le persone, il clima e il pianeta, perché fa bene a natura e all’economia perché solo il ripristino della natura creerebbe 500.000 posti di lavoro e perché ritiene urgente agire per arrestare la scomparsa degli impollinatori. Cosa si propone la nuova Legge

European Commission – Environment – Nature restoration Law

Lunedi 25 marzo è prevista l’adozione della Nature Restoration Law, la normativa europea per il Ripristino della Natura, come concordato dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Parlamento Europeo. Tuttavia, l’Italia insieme alla Polonia, alla Svezia e ai Paesi Bassi ha annunciato il ritiro del sostegno accordato a livello diplomatico lo scorso novembre, dichiarando l’intenzione di votare contro la sua adozione.

Secondo Gaia Angelini, Presidente di Green Impact, tale decisione sembra contraria alla preservazione del nostro prezioso patrimonio naturale, il cui valore economico è spesso maggiormente riconosciuto all’estero che nel nostro Paese. Un’analisi condotta da un Think-Tank europeo (IEEP) rivela che il lavoro per il ripristino della natura potrebbe portare fino a 500.000 nuovi posti di lavoro e un incremento del reddito fino a 11 miliardi di euro, considerando anche la mitigazione degli eventi avversi.
Inoltre, il turismo naturalistico, ampiamente diffuso in Italia e stimato a centinaia di milioni di euro, offre importanti opportunità economiche. Le aree protette e il sistema Natura 2000 attirano milioni di visitatori ogni anno, generando benefici ricreativi significativi. Investire nel ripristino della natura potrebbe stimolare l’innovazione nel settore industriale, affrontando sfide come la gestione del suolo, dell’acqua e delle colture di fronte ai cambiamenti climatici.
Anche la scomparsa degli impollinatori, essenziali per la produzione alimentare, evidenzia l’urgenza di agire. Da soli forniscono servizi gratuiti per miliardi di euro all’ anno. La preservazione degli habitat naturali, inclusi le aree umide e i fiumi, non solo favorirebbe la disponibilità di acqua per le persone e i raccolti, ma anche la conservazione di servizi ecosistemici di inestimabile valore. È quindi fondamentale che l’Italia sostenga questa normativa anziché ritirarsi.

Cosa si propone la nuova Legge

Nel sito della Comissione Europea si legge che la natura europea è in allarmante declino, con oltre l’80% degli habitat nelle zone terrestri e marine in pessime condizioni, che per ogni euro impiegati in investimenti nel ripristino della natura si raggiungono da 4 a 38 euro in benefici e che le specie di api e farfalle sono in altrettanto allarmante declino.

Si legge ancora che un terzo di tutte le foreste sono state abbattute a partire dall’era preindustriale: le foreste pluviali tropicali vengono distrutte a un ritmo senza precedenti: ogni anno si perdono 13 milioni di ettari, un’area grande quanto la Grecia . Sebbene coprano meno del 7% della superficie terrestre, le foreste pluviali ospitano circa il 50% di tutta la vita sulla terra; che i suoli ospitano una sorprendente diversità di vita: il 25-30% di tutte le specie sulla Terra vivono nel suolo per tutta o parte della loro vita; la biodiversità del suolo è fortemente influenzata dalle attività umane e oltre il 75% della superficie terrestre è già degradata e oltre il 90% potrebbe degradarsi entro il 2050; quando si parla di biodiversità oceanica, i rifiuti marini e la plastica hanno un impatto devastante sulle specie marine che stanno scomparendo a un ritmo doppio rispetto a quelle terrestri e si stima che ogni anno finiscano negli oceani fino a 12 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica per cui entro il 2050 gli oceani potrebbero contenere, in peso, più plastica che pesci e già oggi esistono più di 400 zone morte negli oceani di tutto il mondo, principalmente a causa del dilavamento dei fertilizzanti che entrano nelle nostre acque; infine e non ultimo il calo degli insetti in ogni angolo del globo, come daimostrato da molteplici studi è particolarmente drammatico: nei prossimi decenni il 40% delle specie di insetti potrebbe estinguersi e. poiché gli insetti sono cibo per animali più grandi come uccelli e pesci, la loro perdita avrà un impatto sull’intera catena alimentare.

In conclusione si legge che la ragione principale alla base della crisi climatica ed ecologica è un modello insostenibile di produzione e consumo , l’effetto cumulativo di un modello economico in cui progettiamo, produciamo, utilizziamo e poi buttiamo via, anziché ridurre, riutilizzare o riciclare.

Pertanto per la Commissione Europea questa legge rappresenta un elemento chiave della strategia dell’UE sulla biodiversità , che richiede obiettivi vincolanti in tutti gli stati membri per ripristinare gli ecosistemi degradati, in particolare quelli con il maggior potenziale di catturare e immagazzinare carbonio e di prevenire e ridurre l’impatto dei disastri naturali.

Il ripristino delle zone umide, dei fiumi, delle foreste, delle praterie, degli ecosistemi marini e delle specie che ospitano aiuterà a aumentare la biodiversità, garantire le cose che la natura fa gratuitamente, come pulire l’acqua e l’aria, impollinare i raccolti e proteggerci dalle inondazioni, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica dell’Europa, prevenendo le catastrofi naturali e riducendo i rischi per la sicurezza alimentare.

La legge combina un obiettivo generale per il ripristino a lungo termine della natura nelle zone terrestri e marine dell’UE con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici. Queste misure dovrebbero coprire almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030 e, in definitiva, tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Più in dettaglio contiene i seguenti obiettivi specifici:

Obiettivi basati sulla legislazione esistente (per zone umide, foreste, praterie, fiumi e laghi, brughiere e macchie, habitat rocciosi e dune) – migliorare e ripristinare gli habitat ricchi di biodiversità su larga scala e ripristinare le popolazioni delle specie migliorando e ampliando i loro habitat.

Insetti impollinatori – invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e ottenere una tendenza all’aumento delle popolazioni di impollinatori, con una metodologia per il monitoraggio regolare degli impollinatori.

Ecosistemi forestali : tendenza all’aumento del legno morto in piedi e sdraiato, foreste di età non uniforme, connettività forestale, abbondanza di uccelli forestali comuni e stock di carbonio organico.

Ecosistemi urbani : nessuna perdita netta di spazio verde urbano entro il 2030 e un aumento della superficie totale coperta da spazio verde urbano entro il 2040 e il 2050.

Ecosistemi agricoli: aumento delle farfalle delle praterie e degli uccelli dei terreni agricoli, dello stock di carbonio organico nei terreni minerali dei terreni coltivati ​​e della quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità; ripristino delle torbiere drenate ad uso agricolo.

Ecosistemi marini: ripristino di habitat marini come praterie di fanerogame o fondali di sedimenti che apportano benefici significativi, anche per la mitigazione dei cambiamenti climatici, e ripristino degli habitat di specie marine iconiche come delfini e focene, squali e uccelli marini.

Connettività fluviale – identificare e rimuovere le barriere che impediscono la connettività delle acque superficiali, in modo che almeno 25.000 km di fiumi siano ripristinati allo stato di libero flusso entro il 2030.

Si prevede che i paesi dell’UE presentino alla Commissione piani nazionali di ripristino entro due anni dall’entrata in vigore del regolamento, mostrando come raggiungeranno gli obiettivi. Saranno inoltre tenuti a monitorare e riferire sui loro progressi. L’Agenzia europea per l’ambiente redigerà relazioni tecniche periodiche sui progressi verso il raggiungimento degli obiettivi. La Commissione, a sua volta, riferirà al Parlamento europeo e al Consiglio sull’attuazione della legge sul ripristino della natura.

RELOADER onlus

23 marzo 2024

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