Malva sylvestris, una pianta gentile che predispone alla calma

La malva. Pitagora credeva nella reincarnazione e per questo non consumava la malva che rappresentava un viatico, un ponte tra terreno e celeste; era “la prima messaggera e annunciatrice della simpatia tra le cose celesti e terrene”e per questo, al pari delle fave, impediva la liberazione dal ciclo delle rinascite.
Il popolo se ne cibava e Marziale la consigliava per i postumi di eccessive libagioni.
In epoca romana era considerata un potente afrodisiaco ma nel corso dei secoli questa fama venne meno fino al medio evo, quando le si attribuirono influssi contrari arrivando a credere che placasse le passioni umane.
Tale opinione venne condivisa nel rinascimento quando veniva prescritta come calmante ed emolliente. Nella pratica popolare é famoso il suo uso nella tisana dei quattro fiori , che in realtà sono sette (rosolaccio, malva, farfara, piede di gatto, verbasco, altea e viola mammola).

I contadini usavano le foglie per estrarre i pungiglioni di vespa e la linfa gommosa, ridotta in poltiglia, diventava una crema rinfrescante per il viso. I nonni sfregavano le foglie contro le gengive infiammate ed a ragione perché oggi ci é noto il suo alto contenuto in mucillagini che esercita una intensa azione emolliente, antiinfiammatoria degli occhi, delle mucose del cavo orale e dell’apparato gastrointestinale e respiratorio.

Nella magia popolare é poco usata ma se ne faceva un potente talismano con la radice fasciata in un panno scuro e i celti, posando i poliacheni sugli occhi dei defunti, credevano li guidassero nell’aldilà.
Questi poliacheni venivano chiamati pomodorini della madonna e i bimbi ne facevano scorpacciate. È di questi pomodorini che Marziale faceva incetta la mattina dopo una sbornia, per smaltire i postumi.
Essendo pianta legata alla madre era pratica versarvi sopra l’urina delle giovani donne in modo da trarre vaticini sulla condizione di fertilità e illibatezza di quest’ultime.

Il color malva é rilassante e predispone alla calma. Strutturalmente é un rosso sporcato di blu con appena un pizzico di giallo ed è il colore dell’amore materno.

Massimo Luciani – Etnobotanica


Proprietà specifiche e benefici della malva
La Malva sylvestris è una pianta erbacea perenne, molto comune nei prati, lungo le strade e tra le siepi, appartenente alla famiglia botanica delle Malvaceae. Il suo nome deriva dal greco malákhe = molle, con riferimento alle sue proprietà emollienti dovute all’alto contenuto di mucillagini. E’ una pianta “gentile” e nel linguaggio dei fiori il suo nome significa “pacatezza”.
In epoca medievale si riteneva che il consumo di questa pianta favorisse una condotta controllata, fu così utilizzata come rimedio per tutti i mali rinominandola infatti omnimorbia; Orazio invece racconta che i romani consumavano largamente come alimento la malva, le cui virtù curative erano già note.
 Il grande imperatore Carlo Magno, infine, essendo un grande appassionato di piante alimentari e curative, pretese che ci fosse una coltivazione di malva nei suoi giardini personali.
Della pianta si utilizzano foglie, fiori e in alcuni casi la radice, il periodo di raccolta va da aprile ad ottobre; i fiori vanno raccolti appena schiusi e fatti asciugare all’ombra in ambiente ventilato.
I fiori si trovano all’ascella delle foglie, solitamente raggruppati in piccoli fasci da 2 a 6, più raramente solitari. Sono di colore roseo-lilla, con particolari venature longitudinali color porpora.
 La fioritura avviene nel periodo compreso tra maggio e settembre ed essendo una pianta mellifera è un’ottima riserva di nettare per le api.
La malva sylvestris è una pianta molto utilizzata in erboristeria. I suoi costituenti principali sono: un alto contenuto di mucillagini, flavonidi, composti antociani, vitamine B1e B2, vitamina A e C, beta-carotene, sali minerali quali potassio, glucosio, ossalato di calcio, resine, pectine, proteine. I fiori contengono anche olio essenziale e il glucoside malvina.
Tali elementi, abbinati tra loro, le conferiscono proprietà emolliente, calmante, antinfiammatoria, espettorante, antispasmodica e leggermente lassativa.

I molteplici usi di questa pianta hanno dato origine ad un antico proverbio “un orto e la Malva danno sufficienti medicine per la casa”.
Attraverso infusi e decotti si possono sfruttare le proprietà antinfiammatorie ed emollienti per alleviare, con uso interno, le infezioni del cavo orale e intestinale, come bronchiti, tosse, infezioni alla gola, catarro, asma e gastrite
.
Per uso esterno, invece, si può utilizzare la malva come colluttorio. E’ efficace per gli stati infiammatori delle mucose, della bocca, della gola, per il mal di denti e per le gengive sanguinanti. In questo caso, oltre all’infuso da utilizzare come colluttorio, si possono applicare direttamente le foglie e i fiori sulla parte dolorante, dopo averli schiacciati in un piccolo mortaio.

L’azione emolliente e lenitiva degli impacchi di malva è utile anche in caso di pruriti e pelle arrossata. Ad esempio, se facendo una passeggiata in montagna si viene in contatto con l’ortica cercando la malva e sfregando le foglie sulla parte della pelle colpita, si noterà subito un rapido sollievo. Può essere usata sui foruncoli e sui flemmoni che, dopo questa terapia, si apriranno spontaneamente; come unguento è ottimo per la cura della pelle. Come cataplasma (foglie cotte) può essere usato nei dolori artritici e della gotta e da sollievo alle varici e alle flebiti. Contro la stitichezza abituale la malva è insuperabile se la si mangia lessata in poca acqua e condita con olio.

I decotti di fiori e foglie di malva, da aggiungere all’acqua, sono efficaci per bagni emollienti e idratanti.
Il succo fresco è un ottimo idratante cutaneo e il decotto o i suffumigi fatti con foglie e fiori detergono la pelle. Le foglie si possono consumare come un’ottima verdura cotta, da unire a frittate, risotti e minestre (in questo caso vanno liberate dalla costolatura e finemente tritate). Una volta cotte, le foglie possono anche essere conservate nel congelatore, mentre i fiori vanno consumati freschi e colti al momento.
(NdR)


1 aprile 2024

Storie di alberi e piante

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