
I consumi di prodotti cosmetici in tutta Europa hanno ormai raggiunto livelli molto alti, si parla di migliaia di tonnellate all’anno per un valore di oltre 14 milioni all’anno. Di queste molte sono costituite da componenti non biodegradabili e derivati dal petrolio come, per esempio la vaselina,l’olio di paraffina e i siliconi. Questi ingredienti sono massicciamente presenti nella cosmesi classica e sono ammessi dalla legge perché non sono tossici per la pelle, anzi sono inerti e stabili, non irrancidiscono, non provocano allergie, danno una bella consistenza al cosmetico; hanno insomma un sacco di qualità che ne determinano la gradevolezza per i consumatori. Non sono, però, ecocompatibili perché provengono da fonti non rinnovabili. Inoltre, sulla lunga distanza, secondo l’Associazione internazionale di dermatologia ecologica (Skineco), non fanno bene. Una delle ragioni, per esempio, è che l’idratazione data dall’olio di vaselina e dalla paraffina è una idratazione per occlusione perché limita la perspiratio cutanea e tiene l’acqua in sede. Idratarsi sempre con cosmetici occlusivi non è una buona idea per la pelle.
La pelle è l’organo più esteso del corpo umano, la superficie di incontro tra l’ambiente esterno che la influenza (fattori climatici e ambientali, agenti fisici, chimici, batterici, micotici, virali), quello interno (come l’età) che la caratterizza e quello psicoaffettivo (regola le emozioni). Ogni giorno, in più, viene a contatto con almeno cinquecento sostanze presenti nei cosmetici. D’altra parte le grandi multinazionali cosmetiche tendono a privilegiare nelle formulazioni ingredienti poco sostenibili perché sono più economici, perché rendono meglio, e perché sono alla base di formulazioni collaudate.
Nel gennaio 2013 sono entrate in vigore le disposizioni relative alle sostanze «MCR» (cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione) e ai nanomateriali, mentre dall’11 luglio 2013 è entrato in vigore il nuovo regolamento sui cosmetici affinché gli Stati membri della Comunità Europea uniformino gli standard di qualità dei cosmetici e le loro procedure di immissione sul mercato. Sicurezza, affidabilità e mancanza di tossicità sono così diventati i parametri richiesti perché un cosmetico possa essere messo in commercio. Tuttavia attualmente la legge non prevede che i cosmetici debbano corrispondere ad alcuno standard di sostenibilità ambientale, biodegradabilità e dermocompatibilità, nonostante i dati scientifici confermino che esiste uno stretto legame tra la pelle e l’ambiente. Così come già successo per il cibo, la scelta dei consumatori dovrebbe essere sempre più influenzata da criteri di sostenibilità e attenzione alla salute anche per quel che riguarda i cosmetici ed è per questo motivo che Skineco diffonde i suoi consigli per guidare le scelte dei consumatori in chiave consapevole e sostenibile. Un cosmetico che protegga la nostra pelle senza per questo recare danni all’ambiente deve essere ecologico lungo l’intera filiera produttiva, perché «non dobbiamo dimenticare che tutto ciò che ci spalmiamo addosso poi, attraverso l’acqua, va a finire nei fiumi e da lì nel mare, rischiando di inquinare interi ecosistemi». Grazie al lavoro sinergico fra chimici e dermatologi esistono già sostanze in grado di svolgere le funzioni dei petrolati in modo sostenibile, che non provengono solo dalle piante. Stanno nascendo sempre di più prodotti da chimica verde: è un ramo in forte espansione capace di produrre nuove molecole di sintesi simil siliconiche, vaseline vegetali, e i polideceni che sono come la vaselina ma non derivano dal petrolio.
Intanto, quando si acquista un cosmetico di marche anche famose, occorre comunque fare attenzione all’uso di emulsionanti, riconoscibili attraverso i suffissi «Peg», «Eth» e «Oxynol». Queste sostanze sono utilizzate per ottenere un effetto viscoso o emolliente, ma spesso finiscono per nascondere il reale stato di salute della pelle. Occhio poi agli allergizzanti, ovvero conservanti che vengono aggiunti ai solari, e in generale ai cosmetici, per impedirne l’inquinamento microbico.Ma mentre agiscono contro un ampio spettro di microrganismi, possono creare irritazioni, eczemi, prurito e dermatiti da contatto. Ci sono anche interferenti endocrini, che «sono in grado di legarsi come agonisti o antagonisti ai recettori di vari ormoni, alterando per esempio il momento della pubertà e la riproduzione», per dirla con Annamaria Colao, ordinario di endocrinologia all’Università Federico II di Napoli. Il regolamento europeo datato 2009 proibisce l’uso di estrogeni, ma non norma gli interferenti endocrini. Il principio di precauzione impone prudenza nell’impiego di prodotti o tecnologie nuove, se non esistono ancora prove scientifiche che questi non siano assolutamente sicuri per la salute. Proprio appellandosi a questo principio, alcune aziende cosmetiche per la prima volta hanno scelto di non utilizzare gli interferenti endocrini. Occorre infine tenere sotto controllo anche la presenza di Cocamide e Lauramide DEA, composti impiegati per controllare la viscosità o come stabilizzanti della schiuma.
Infine non facciamoci ingannare da aggettivi come “sano, naturale, sostenibile”, di cui le pubblicità spesso abusano perché sostengono gli esperti di Skineco «fatta eccezione per gli oli vegetali puri, il cosmetico naturale al cento per cento non esiste. Anche l’uranio, il petrolio e il mercurio, appartenendo al mondo minerale e sono a tutti gli effetti prodotti naturali, ma ciò non significa che siano buoni». Un prodotto cosmetico è sostenibile quando crea valore reale per il consumatore, non procura danni alla salute e all’ambiente, espone con chiarezza le sue caratteristiche e gli effetti desiderati e non distorce la concorrenza con azioni commerciali scorrette o con pubblicità ingannevole. Per orientarsi nella scelta del cosmetico giusto, un aiuto giunge dalla tecnologia. La app EcoBio Control (gratuita per iOS e Android) cataloga oltre diciassetemila sostanze cosmetiche. Grazie a un semaforo rosso, giallo o verde, è possibile scoprire se una componente è rischiosa. Uno strumento da utilizzare al momento dell’acquisto del cosmetico per una sana scelta consapevole.