
Le API sono custodi della Biodiversità, un delicato avamposto da rispettare, proteggere, la loro azione è fondamentale per la lotta dello spreco alimentare.
La minaccia è rappresentata dall’azione dell’uomo che interferisce con l’ecosistema, attraverso le variazioni di destinazione del suolo, l’impiego di pesticidi, sistemi agricoli monocolturali, l’agricoltura industriale e, naturalmente, il cambiamento climatico.
Oltre ai 20.000 tipi di fiore, l’85% delle piante da cui traiamo nutrimento, dipendono dall’impollinamento e quasi l’80% della produzione agricola italiana in qualche modo beneficia del loro lavoro. Si pensi che 237 prodotti agricoli su 453, pertanto oltre il 50%, sono legati all’impollinazione da parte delle Api.
Frutta: Mele, pere, pesche, agrumi, kiwi, ciliegie, castagne, susine, albicocche, meloni, cocomeri. Ortaggi: pomodori, zucchine. Ortaggi di radice: Aglio, carota, cavoli, cipolla. Prodotti a base di soia e semi di girasole. Erba medica e trifoglio, culture foraggere per l’allevamento degli animali.
Quindi possiamo dire “sì” alla stagionalità, all’agricoltura sostenibile e di prossimità, e ”no” al sovra-sfruttamento, ai pesticidi, alle monocolture e all’agricoltura industriale non regolamentata.
Per nostra informazione, più di 50 milioni di tonnellate di frutta e verdura coltivate ogni anno in Europa non raggiungono gli scaffali dei supermercati e vengono sprecate, perché non corrispondono ai criteri estetici richiesti dai regolamenti europei e dagli standard fissati dalla grande distribuzione. Si tratta di una quantità pari a oltre un terzo della produzione complessiva di frutta e verdura europea. Pertanto gli agricoltori con un contratto di fornitura con i supermercati sono costretti a coltivare più cibo, perché devono calcolare la percentuale che non sarà ritenuta idonea.
Le Api, non possono essere attribuite come solo patrimonio degli apicoltori, lo sono di tutti, agricoltori, consumatori e cittadini, e si trasformano in uno strumento fondamentale per la conoscenza del mondo che ci circonda. Dall’apporto economico delle Api quali impollinatori, di produttori di alimenti e di agenti della conservazione ambientale, arriviamo a riconoscerle come simbolo della cultura e strumento sociale-sostenibile della non violenza, senza la quale si creerebbero organismi deboli e incapaci di sopravvivere, compreso l’essere umano.
Buona sostenibilità
Riccardo Bucci
Azioni nocive in apicultura
1 – trattamenti eseguiti in fioritura;
2 – errori nei dosaggi;
3 – esecuzione del trattamento nel periodo o nelle ore sbagliate;
4 – deriva dei fitofarmaci sotto forma di spray o di polveri su colture in fiore;
5 – contaminazione della vegetazione spontanea in fioritura durante i trattamenti alle colture arboree;
6 – api che vengono direttamente a contatto sulla vegetazione con i fitofarmaci o che vengono accidentalmente a contatto con contenitori,
confezioni ed acque di risciacquo delle attrezzature o con altri residui dei trattamenti;
7 – effetto sinergico letale di miscele composte da prodotti singolarmente non dannosi o poco tossici;
8 – raccolta ed immagazzinamento in alveare da parte delle api di polline contaminato da polveri (es.: carbaryl);
9 – raccolta di polveri o di microincapsulati in sostituzione del polline;
10 contaminazione dell’acqua di cui si approvvigionano le api.