Turismo sostenibile: il ritorno alle radici salva i Piccoli Borghi

Coldiretti riferisce che Il 92% delle produzioni tipiche agroalimentari nazionali nasce nei Piccoli Borghi italiani con meno di cinquemila abitanti

Civita di Bagnoregio

Il nostro Paese ha oltre ottomila comuni e decine di migliaia di Piccoli Borghi, spesso dimenticati. Fuori dai soliti itinerari caotici, esistono luoghi suggestivi e magari abbandonati per secoli, in cui riecheggiano le storie delle persone che li hanno abitati. Luoghi di bellezza paesaggistica e artistica che rappresentano la memoria d’Italia, in cui c’è un delicato equilibrio tra turismo, ambiente naturale, identità e tradizioni culturali, che va rivitalizzato e, nello stesso tempo, preservato dalle negatività del turismo di massa che consuma e brucia velocemente.

Da qui parte il “Turismo delle radici”, dalla presa di coscienza di uno sviluppo dannoso del turismo che ha favorito il concepimento di uno sviluppo sostenibile, basato sull’azione congiunta di turisti, residenti, imprese del settore e amministrazioni, al fine di valorizzare le risorse naturali e culturali locali e nel contempo accrescerne lo sviluppo economico e sociale.
Il ritorno alle radici salva le bellezze e l’economia dei Piccoli Borghi, da dove è partita l’emigrazione, con un patrimonio in Italia di ben 5.529 comuni sotto i 5.000 abitanti che rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani, ma che ospitano solo il 16,5% della popolazione nazionale e coprono il 54% dell’intera superficie italiana.

E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti nell’ambito del Progetto PNRR ‘Turismo delle radici: una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19’. Il 92% delle produzioni tipiche agroalimentari nazionali – enuncia la Coldiretti – nasce nei Piccoli Borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni popolari.
Una leva per il turismo delle radici che è importante anche per combattere lo spopolamento nei comuni con meno di 5mila abitanti dove più di uno su otto (13%) ha più di 75 anni, una popolazione anziana che tuttavia rappresenta una presenza fondamentale per tramandare le tradizioni, trasmettere i saperi e difendere il valore storico, ambientale e culturale dei territori.

Ecco come sta cambiando la realtà del borgo negli ultimi anni. Ci si chiede quanto pesa o potrebbe pesare in questo processo di sviluppo sostenibile la tecnologia. Pensiamo alle possibili funzioni dei Piccoli Borghi come miniere di tradizioni e di accoglienza in grado di offrire servizi smart grazie al digitale e alle tecnologie. Queste rappresentano il motore fondamentale dell’economia nel mondo e possono diventare vettori di sviluppo e crescita peri piccoli borghi italiani caratterizzati da un processo di spopolamento e da una perdita costante di capitale sociale e risorse umane.

Nel nostro Lazio, per esempio, l’entroterra è costellato di borghi medievali, fortezze e palazzi antichi immersi nei colori e nei profumi della natura. Bellezze e tesori sono custoditi in chiesette rinascimentali o romaniche, lungo strade antiche, nella Tuscia Viterbese, nell’Agro Falisco e nella Ciociaria. Camminare nei paesini del Lazio rilassa e appaga la curiosità e il desiderio di cultura, tradizioni locali e slow life. Ogni cittadina rievoca la storia, accoglie in un’atmosfera quieta ed è la meta ideale per chi ama l’arte, la gastronomia locale e l’eredità del passato. Ecco alcuni tra i più suggestivi borghi del Lazio.

Subiaco. Dove è sorto il primo monastero benedettino
Caratterizzato da vicoli medievali e da una natura rigogliosa, Subiaco è un borgo delizioso in Provincia di Roma. Qui sorse il primo monastero benedettino, attorno alla grotta del Monte Taleo dove San Benedetto visse da eremita. Costruito su un colle, l’edificio affaccia a strapiombo sul Fiume Aniene. È una tappa del Cammino di San Benedetto, percorso da pellegrini e semplici appassionati di trekking. Sulla strada 411, che parte da Piazza del Campo, ci sono le rovine della Villa di Nerone e il Cenobio di Santa Scolastica. Incastonato nel Parco dei Monti Simbruini, con faggi, querce e aceri secolari, Subiaco è anche una meta adatta per praticare canoa, rafting, kayak, pesca, escursionismo e nordic walking.

Civita di Bagnoregio. Una bellezza antica nella Tuscia viterbese, che sfida il tempo e l’erosione dello sperone tufaceo che la ospita.
Civita è sempre più un luogo gettonatissimo dagli innamorati, che insieme passeggiano sul ponte e arrivano nel borgo per scambiarsi promesse d’amore eterno. Siamo nella terra di San Bonaventura, padre della Chiesa e figura centrale nel Medioevo. Terra francescana, dunque. Essendo San Bonaventura l’autore della biografia sulla vita del Santo d’Assisi, la Legenda Maior. Attraversare il paese a piedi è il modo migliore per respirare il clima più autentico del vivere medievale e rinascimentale.

Sermoneta. Cittadina del Medioevo sulle pendici dei Monti Lepini.
Racchiusa tra i Monti Lepini e la regione dell’Agro Pontino, Sermoneta è un gioiellino incastonato nella natura. Passeggiare nel centro storico è un incanto: il dedalo di vicoli è suggestivo, mentre gli intarsi e le decorazioni degli edifici stimolano lo sguardo con archi, portali, bifore e stemmi. Le case antiche sono di pietra calcarea, alcune con loggiati, altre a forma di torre. Sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo. Tra le opere più notevoli da visitare c’è il Castello Caetani, una fortezza del XIII secolo, la Chiesa di Santa Maria Assunta, con il suo campanile alto 24 metri, e la Loggia dei Mercanti, da secoli cuore pulsante del borgo in Provincia di Latina.

Vitorchiano. Un villaggio dall’atmosfera incantevole
Scoprire la Tuscia visitando il piccolo paese di Vitorchiano, vicino ai Monti Cimini. Casupole, torri merlate e spalti sembrano fondersi con la roccia dalla quale si ergono, in un gioco di colori e suggestioni, tra asperità naturali e rovine antiche. Il centro antico regala momenti di tranquillità nella contemplazione di un’architettura caratterizzata da piazzette pittoresche, vicoli sinuosi e angusti, scalette che corrono lungo le facciate degli edifici fino a una loggia. Punto nevralgico del paese è Piazzale Umberto I, subito dopo Porta Romana, dove passano tutti i visitatori del borgo. Qui possono subito fare una sosta per ammirare la Chiesa della Trinità, l’ex Chiesa di San Giovanni Battista e la Fontana Pubblica che risale al XVII secolo.

Nemi. Il paese delle fragole
Tra i Castelli Romani, il secondo villaggio più piccolo è Nemi, inerpicato su uno spuntone roccioso che pare spiccare il volo sul lago sottostante. È un luogo apprezzato dai turisti per il paesaggio, il clima, le tradizioni enogastronomiche e la famosa Sagra delle Fragole, organizzata in giugno. Tra i monumenti interessanti c’è sicuramente Palazzo Ruspoli, costruito nel Medioevo. La piazzetta principale del borgo si apre davanti alla sua facciata, mentre i vicoli del paesino si intrecciano verso la parte alta della collina. Altri luoghi di interesse sono la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Pozzo, del XVI secolo, e il Santuario del Santissimo Crocifisso.

Arpino. La città natale di Cicerone.
Nel 106 a.C., Arpino diede i natali a un’illustre personalità del mondo antico, Cicerone. In prossimità della parte centrale del corso del Fiume Liri e del Fiume Melfa, il borgo si distingue nell’area per il ricco patrimonio artistico e storico. Sorge su morbide e basse colline, dove si trovano palazzi e chiese di grande interesse per gli appassionati delle meraviglie del passato. Tra i numerosi monumenti da visitare, ci sono il Palazzo del Cavalier d’Arpino, il Palazzo Municipale, il Palazzo Quadrini, il Palazzo Sangermano e il Castello Ladislao del 1269. Nelle vicinanze, si può fare un salto alla città fantasma di Civita Vecchia.

Rocca di Papa. Un panorama mozzafiato sui Castelli Romani.
Rocca di Papa è un paesino caratteristico in cima a una collina, nella zona incantevole dei Castelli Romani. Unico tra gli altri borghi, si distingue perché le sue stradine medievali sono decorate da decine di murales, secondo un’usanza che risale agli anni ’80. Chi visita Rocca di Papa trova un’atmosfera suggestiva, che rievoca il passato e dà l’impressione di immergersi nella storia. Oltre a passeggiare per i vicoli e ammirare i murales, si può visitare anche il Duomo dell’Assunta, dove sono conservati dipinti pregevoli, e la Fortezza Pontificia, alla sommità del paese. Se c’è bel tempo, ci si può agli abitanti del posto per un pic-nic ai Pratoni del Vivaro, uno splendido altopiano erboso racchiuso tra le colline.

M. A. Melissari

23 febbraio 2023

Turismo sostenibile – Tendenze

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