L’Achillea, pianta leggendaria della guerra di Troia

L’Achillea Millefolium prende il nome dal mito di Achille il bellicoso, l’eroe leggendario della guerra di Troia: è la pianta della guerra e del dolore. Il suo succo fresco disinfetta e arresta le emorragie. Secondo il racconto di Plinio, è il centauro Chirone a consigliare ad Achille di usare questa pianta quando questi dovette curare una ferita che egli stesso aveva inferto a Telefo, Re di Misia, grazie alle sue proprietà cicatrizzanti.
Achille era giunto lì, con l’esercito greco per sbaglio. Era diretto a Troia, ma appena sbarcato attaccò subito la città. Quando si accorse dell’errore i suoi uomini avevano già subito gravi perdite. Si ritirò.
Non aveva fatto una gran figura in quest’episodio ed è per questo che non è Omero a raccontarci questa storia. Lui voleva Achille luminoso come gli dei e così se ne occupa Plinio più interessato agli aspetti naturalistici che a quelli politici. Il mito di Telefo é molto significativo e ci lascia intravedere uno scorcio del microcosmo politico dell’Egeo degli eroi.

Nella mitologia greca Telefo (in greco antico: Τήλεφος, Tḕlephos) è figlio di Eracle e di Auge, figlia del re Aleo di Tegea. Le vicende della sua vita, pur non essendo mai menzionate da Omero, sono narrate da vari autori classici.
L’episodio per cui divenne famoso è la battaglia contro l’esercito greco diretto a Troia, ma sbarcato per sbaglio sulle coste della Misia, della quale Telefo era diventato sovrano: lo scontro provocò numerose perdite in entrambi gli schieramenti, il re misio Telefo affrontò in duello Achille ma, non riuscendo a resistergli, indietreggiò e rimasto avvinghiato in un tralcio di vite, fu ferito con un colpo di lancia alla coscia dal Pelide. Il ferimento e la successiva guarigione per mano dello stesso Achille divennero un argomento usato da molti autori antichi, nonché base per alcune tragedie greche.

L’Achillea Millefolium é una pianta erbacea mellifera perenne, che si caratterizza per una lunga fioritura, da maggio fino a ottobre, sui toni del bianco, giallo e rosso. Genera cespugli alti 100-150 cm e i fiori sono riuniti in corimbi a forma di ombrello.
È astringente, vulneraria e digestiva. Si usa per aromatizzare liquori e birre ed é ottima negli infusi. Ha effetti antispasmodici ed antinfiammatori.L’achillea viene usata in campagna anche per la sua proprietà di conservare il vino. Cresce nelle praterie, ai margini di viottoli e delle ferrovie, fino a 2.500 metri.

Esistono numerose specie di Achillea dalle proprietà simili e piuttosto difficili da identificare correttamente: hanno tutte proprietà amaricanti e producono ottimi digestivi con aromi tipici. Praticamente ogni valle alpina usa questa o quella varietà in un alcolaturo apprezzato dopo i pasti. La capostipite di tutte le achillee è l’A.millefolium che ha carattere polimorfico; i botanici la considerano “di difficile classificazione” e tendono a suddividere la specie in 2 sottospecie e 11 varietà. A noi basti sapere che nessuna è velenosa e che ognuna ha proprietà simili alle altre.


Altre proprietà e benefici
L’olio essenziale di achillea è un ottimo cicatrizzante, rimargina i tessuti, lesioni della pelle, ferite e piaghe. Efficace contro gli spasmi muscolari perché, grazie al suo effetto antispasmodico, rilassa la muscolatura liscia. Attenua gli sbalzi d’umore, nervosismi debolezze legati soprattutto alla fase premestruale. Nel caso di ipertensione l’olio essenziale di achillea aiuta a controllare gli sbalzi di pressione e ristabilire la normale circolazione sanguigna.
Basta usare una goccia per ogni mq dell’ambiente in cui si diffonde, mediante bruciatore di oli essenziali o nell’acqua degli umidificatori dei termosifoni.
Come fare la tisana di Achillea
Per preparare l’infuso, versare 1-2 cucchiaini in una tazza di acqua bollente, coprire e lasciare in infusione per 5-7 minuti, poi filtrare e dolcificare, preferibilmente con miele. Ingredienti: fiori di Achillea Millefolium Biologica.


L’Achillea in oriente ha un valore simbolico enorme. Rappresenta uno dei tre metodi di estrazione degli esagrammi dello Yijing, il libro dei mutamenti. Questo metodo prende il nome di Achilleomanzia.
Il libro dei mutamenti é il più antico dei testi classici cinesi. Viene utilizzato come un prontuario filosofico e come strumento di divinazione. Da 49 rametti di achillea, attraverso un codice di scarti successivi casuali si ottengono tre trigrammi di linee che formano uno dei 64 esagrammi citati e commentati nel testo. La manipolazione, il caso e la tensione psichica sembra possano generare risposte concrete alle domande che si affidano a questo tipo di divinazione. Jung partì da qui, alla ricerca di aspetti dell’inconscio non legati alla storia individuale delle persone, ma comuni a tutti, universali, collettivi; Quando cioè il principio di causa ed effetto viene superato dal principio di casualità. Una casualità perfettamente sincronizzata sulle necessità psicologiche di quel momento. Un po’ come succede nei “Cadaveri Squisiti” inventati dai surrealisti (Sono testi o immagini prodotti con un lavoro di gruppo in cui però ogni partecipante ignora i contributi degli altri). Grazie a questo approccio Jung poté formulare il concetto di sincronicità che mette in relazione eventi con un nesso temporale ma non causale.

«L’Oriente fonda il suo pensiero e la sua valutazione dei fatti su un altro principio. Non c’è nemmeno una parola che rifletta questo principio. L’Oriente ha certo una parola per questo, ma noi non la comprendiamo. La parola orientale è Tao… Io utilizzo un’altra parola per nominarla ma è abbastanza povera. Io la chiamo sincronicità.»
(Karl Gustav Jung. Tavistock Lectures 1935)

Massimo Luciani – Etnobotanica

25 maggio 2024

Storie di alberi e piante

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