
L’orologio floreale di Linneo
Guardare un giardino fiorito è un piacere per gli occhi e spesso anche per l’anima, sicuramente per quella di chi scrive. I fiori sono un inno alla bellezza. Sgargianti e profumati, sono anche lo strumento fondamentale delle piante per garantirsi la sopravvivenza e mantenere la biodiversità vegetale della terra.
Le piante che sfruttano l’impollinazione entomofila, cioè mediata dagli insetti, investono molte energie per attirarli, ma la lotta tra i fiori per sbaragliare la concorrenza è dura. Per questo, le corolle non si schiudono tutte alla stessa ora o per lo stesso tempo, ma si alternano nelle diverse ore diurne e notturne, per assicurarsi di essere impollinate, avendo meno avversari a contendersi gli insetti. Le più mattiniere sono le rose, le margherite africane, le genziane; poi man mano si aprono i garofani e i papaveri e via così, finché nelle ore pomeridane cominciano a chiudersi alcune corolle e ad aprirsi altre come le belle di notte.
Osservare la natura delle specie vegetali e animali che popolano il pianeta (e quindi la fioritura delle piante) è stata la missione della vita di Carolus Linneo, medico e naturalista svedese, che ha fondato la moderna tassonomia e nel 1735 ne ha definito i criteri di classificazione introducendo la nomenclatura binomiale, un metodo usato ancora oggi, in base al quale ogni organismo viene munito di due nomi di origine latina: il primo relativo al genere di appartenenza (il cosiddetto nomen genericum), e il secondo relativo alla specie propriamente detta. Ma non si limitò, se si può dire, a questo: studiò nel 1751 un orologio floreale che riuscisse a scandire il tempo grazie ai fiori che sbocciano nell’arco delle 24 ore, disponendo al posto dei numeri i fiori, in considerazione dei diversi momenti di apertura delle corolle. Cosi realizzò in un prato a Uppsala, in Svezia, il primo orologio dei fiori: un’aiuola rotonda col quadrante diviso in dodici spicchi colorati da piante diverse, il cui margine d’errore al massimo può arrivare a mezz’ora.
Nel 2003 è stato costruito un orologio floreale nel quartiere napoletano di Bacoli: è stato da poco restaurato e si può ammirare gratuitamente nell’azienda agricola ‘Il ramo d’oro’. Ogni Paese potrebbe averne uno “personalizzato,” in funzione naturalmente delle diverse latitudini e condizioni climatiche.
di Marina Melissari