Recovery fund, le Linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la green economy

Il cambiamento possibile nel #dopocovid-19 – Rivoluzione verde e transizione ecologica è uno dei sette cluster che formano le linee guida per il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) predisposte dal Comitato Interministeriale per gli Affari Europei, insieme a Digitalizzazione ed innovazione. Equità, Inclusione sociale e territoriale, Salute, Infrastrutture per la mobilità, Istruzione e formazione, Competitività del sistema produttivo, per l’assegnazione degli aiuti europei.

Come è noto, in base al calendario previsto dalla Commissione UE, l’Italia è tenuta a presentare formalmente a Bruxelles il proprio “Recovery plan” tra gennaio ed aprile 2021. Attraverso le 6 Direttrici citate, l’Esecutivo conta di riuscire a costruire “un Paese completamente digitale, con infrastrutture più sicure ed efficienti, un Paese più verde e sostenibile, un tessuto economico più competitivo e resiliente, un Piano integrato di sostegno alle filiere produttive italiane, una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e delle Imprese, investimenti nella formazione e nella ricerca, un’Italia più equa ed inclusiva e un ordinamento giuridico più moderno ed efficace”.

Sembra finalmente giunto il momento del cambiamento e della progettazione di un’Italia più sostenibile a partire dall’attuale contesto descritto nel documento, secondo cui l’Italia ha compiuto progressi nella riduzione delle emissioni di CO2 e nell’incremento della quota di fonti rinnovabili sul consumo di energia, ma ulteriori investimenti e riforme sono necessari per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dallo European Green Deal. L’inquinamento dei centri urbani rimane elevato e il 3,3% della popolazione vive in aree dove sono stati superati i limiti UE delle sostanze inquinanti e l’inquinamento del suolo e delle acque è sopra soglia, soprattutto nella pianura padana.

Gli obiettivi che le linee guida si pongono in termini di green economy
• Investimenti finalizzati a conseguire obiettivi European Green Deal (inclusa la strategia «From farm to fork»);
• Infrastrutture per la graduale de-carbonizzazione dei trasporti e mobilità di nuova generazione;
• Adozione di piani urbani per il miglioramento della qualità dell’aria;
• Miglioramento efficienza energetica e antisismica edifici pubblici e degli stabilimenti produttivi;
• Gestione integrata del ciclo delle acque (anche ai fini irrigui) e monitoraggio della qualità delle acque interne e marine ai fini degli interventi di contrasto all’inquinamento;
• Protezione ambiente e mitigazione rischi idrogeologici e sismici;
• Riconversione produzione e trasporto energia in chiave sostenibile;
• Investimenti per economia circolare (rifiuti, fonti rinnovabili);
• Sostegno alla transizione ecologica per l’agricoltura, l’industria e la siderurgia (Taranto);
• Valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale.

Ottime intenzioni dunque. Restano da mettere a punto interventi e strumenti dettagliati ed efficienti per raggiungere gli obiettivi, che si conosceranno nei prossimi mesi. Restiamo con le dita incrociate.

M. A. Melissari

14 settembre 2020

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