Nel post-Covid, salute e sostenibilità sono diventate priorità in ambito alimentare. Il prezzo continua a essere determinante per il 70% dei consumatori, ma cresce la quota di chi è disposto a pagare un sovrapprezzo se l’articolo è davvero sostenibile. In molti chiedono un ruolo attivo dei supermercati per l’informazione.

Nel giro di un anno salute e sostenibilità sono diventati sempre più determinanti nelle scelte di acquisto di prodotti alimentari da parte dei consumatori italiani ed europei, rilevanza che è aumentata dall’inizio della pandemia.
Salute (86%) e sostenibilità (70%) costituiscono criteri di scelta sempre più strategici nell’alimentazione dei consumatori europei e italiani, un trend che si è rafforzato nel corso degli ultimi 12 mesi. La consapevolezza della relazione tra nutrizione e salute trova conferma nel comportamento dei consumatori italiani che, da un lato, si dicono più interessati all’influenza che l’alimentazione può avere sulla propria salute (69%) e, dall’altro, hanno cambiato i propri comportamenti d’acquisto alla luce delle nuove priorità. È quanto emerge dal nuovo report di Deloitte “The Conscious Consumer”, un’analisi che ha raccolto il parere di oltre 17.000 consumatori in 15 Paesi europei. Secondo lo studio di Deloitte, infatti, la salute è un criterio di scelta per l’86% dei consumatori e la sostenibilità per il 70%. In particolare, dallo studio emerge un maggiore impegno a mangiare più verdura (64%) e meno carne (51%), prediligendo prodotti locali (64%). A questo si aggiunge anche la maggiore propensione alla preparazione dei pasti a casa (54%) e l’attenzione per la riduzione del packaging (47%).
La spesa dunque è sempre più guidata dai valori dei consumatori: ne sono la prova la scelta di alimenti salutari, possibilmente provenienti dal territorio , preparati in casa e pensati in ottica di riduzione degli sprechi.
Se sostenibilità e salute acquisiscono importanza, non bisogna però dimenticare il fattore prezzo, che rimane rilevante per il 70%. Ma non abbastanza rilevante da superare la salute, che è più importante del prezzo per l’80% dei consumatori italiani e più importante della sostenibilità secondo il 91%. Un altro dato, però, segnala la crescita dell’attenzione verso la sostenibilità: nonostante il 61% dei consumatori dichiari che il prezzo li influenzi di più della sostenibilità, il 78% degli intervistati italiani afferma di essere disposto a pagare almeno il 5% in più per alimenti sostenibili, ma anche per generi alimentari locali (79%), biologici e prodotti del commercio equo e solidale (entrambi 76%).
Il valore dell’informazione
La scelta dei prodotti che meglio rispecchiano i bisogni dei consumatori passa anche dall’informazione sui temi di salute e benessere in ambito alimentare. Nell’informarsi, i consumatori italiani si affidano soprattutto agli esperti di settore e al web, seguiti dalle strutture e dal personale sanitario. L’85% dei consumatori italiani ricerca informazioni su uno stile di vita salutare, ma solo l’11% considera i supermercati come una fonte attendibile.

Inoltre, i consumatori italiani si aspettano che i supermercati svolgano un ruolo più attivo nel guidare le scelte salutari e sostenibili, specialmente mediante l’informazione e l’educazione alimentare (66%). Il loro impegno dovrebbe passare anche attraverso la scelta dei prodotti a scaffale. In Italia, quasi sette consumatori su dieci pensano che le caratteristiche di impatto ambientale come le informazioni sull’insalubrità dovrebbero essere riportate chiaramente sulle confezioni. Inoltre, il 51% dei consumatori italiani è d’accordo con l’esclusione dei prodotti poco salubri dagli assortimenti dei supermercati.
APS Litorale Nord
5 dicembre 2021
Tendenze