Una ricerca della Camera di Commercio svela la vera dimensione della Capitale. Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma: “Di chi è Roma? Sicuramente dei romani, ma è anche degli italiani e di tutti gli abitanti del mondo”. Più risorse e stanziamenti adeguati per Roma e il suo “status” e la sua transizione

La Camera di Commercio di Roma ha realizzato una ricerca, “La grande Roma”, che offre una straordinaria fotografia dinamica della Capitale che ci restituisce i numeri delle presenze, dei flussi, dei modi di vivere e spostarsi all’interno della città, con molte sorprese e alcune conferme. I dati di provenienza Telco (ovvero delle aziende di telecomunicazioni) indicano gli utenti che si agganciano alle centinaia di celle telefoniche della città, nel pieno rispetto delle normative sulla privacy. Ne emerge un quadro estremamente vivace e insieme di ben maggiori dimensioni.
I residenti ufficiali all’anagrafe risultano poco più di 2 milioni e 800mila. Ma i telefoni cellulari ci raccontano che ci sono molte altre persone che risiedono a Roma, pur non avendo la residenza ufficiale nella Capitale.
Sono quasi mezzo milione in più coloro che risultano infatti dormire a Roma almeno 5 giorni alla settimana per un periodo di osservazione superiore a sei mesi consecutivi. Per intenderci molti di più dell’intera popolazione di Firenze, che ha 360 mila residenti.
Facendo i conti si arriva, cioè, a sfiorare i 3,3 milioni di residenti effettivi. E i turisti? I cellulari ci dicono che, ogni giorno, in media, ci sono 230 mila turisti entro i confini del comune. E anche che il 51,4% sono stranieri e il resto italiani. In un anno. Mentre i dati ufficiali indicano 46 milioni di presenze turistiche i dati telefonici ci dicono, invece, che sono 77 milioni, molte di più.


Ma la città accoglie quotidianamente molte altre persone. Ogni giorno nella Capitale arrivano 420 mila pendolari – utenti, che per almeno 15 giorni al mese arrivano in città. Vi rimangono per diverse ore per poi ripartire senza pernottare.
Non è tutto. Ci sono anche i visitatori abituali, cioè utenti che arrivano in città da 2 a 14 volte al mese, senza mai pernottarvi. Ebbene questi “visitatori” sono in media 470mila al giorno, addirittura più numerosi dei pendolari. Non basta. Ci sono i visitatori occasionali, che restano un solo giorno e che sono quotidianamente più di 220mila. Insomma, una mole di persone ben più consistente di quella che risulta all’anagrafe e che impone riflessioni su risorse e stanziamenti adeguati per Roma e sul suo “status”.
Come era da attendersi una delle zone più frequentate è il Centro Storico (Municipio I) con i suoi 167 mila residenti ufficiali, che risultano essere invece 221 mila residenti effettivi, che vi trascorrono continuativamente la notte. Ma le presenze diventano più di un milione durante il giorno. Roma, insomma non è immobile con i suoi 2,8 milioni di abitanti ufficiali, ma una città con più di 4 milioni e mezzo di presenze quotidiane che abitano strade, piazze, negozi, uffici e utilizzano mezzi di trasporto, università, ospedali, ma anche la rete idrica e il sistema di raccolta dei rifiuti.
Ma i servizi, a Roma, sono degni di una Capitale?
In una intervista al Messaggero di qualche settimana fa, Il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti ha dichiarato che “sono insufficienti per i residenti e inadeguati per quella Roma che dovrebbe avere il rango di grande capitale”e che per essere attrattivi e recuperare i deficit di servizi e di immagine con altre realtà del mondo, da qui ai prossimi dieci anni si dovranno impiegare al meglio i fondi del PNRR. Nell’intervista Tagliavanti sostiene che bisogna partire ponendosi due domande: «Che cos’è oggi Roma? E di chi è Roma? Certo, Roma è la città dei romani, quelli iscritti all’anagrafe, ma è pure la città che attrae per le sue funzioni i territori vicini, con confini allargati fino a Terni e a Caserta. Eppoi è la capitale degli italiani. Ed è una capitale con forte respiro internazionale con la Santa Sede, la FAO e tre tipi di delegazione diplomatica. E di chi è Roma? Sicuramente dei romani, ma è anche degli italiani e di tutti gli abitanti del mondo». E definisce Roma come « una realtà con fortissima dinamicità imprenditoriale. Da almeno da 5 anni registra il più alto numero di nuove imprese: tra il 2020 e il 2021, anni tosti perché condizionati dalla pandemia, ne sono nate 15mila. E in assenza del turismo, siamo la città italiana che ha recuperato l’anno passato più Pil, pur avendone perso meno in quello precedente. Vuol dire che oltre al turismo c’è dell’altro, come l’edilizia, i servizi alle aziende o la filiera dell’agrolimentare». Secondo Tagliavanti però quando si parla dei servizi che Roma offre, “si fa l’errore di ricordare che esista solo la città dei romani. I quali devono pagare le tasse, per carità, ma il costo della gestione non può gravare solo su di loro. Devono partecipare anche gli altri livelli. È come fare la spesa per una famiglia di due persone e poi a tavola sono in quattro». Dunque sono necessari più poteri e più risorse per l’Amministrazione, perché “Roma è una regione: l’aeroporto di Roma, il porto di Roma e il centro alimentare, per esempio, sono a Fiumicino, Civitavecchia e Guidonia. Fuori ci sono alcuni importanti insediamenti produttivi. Ora, con la riforma dei poteri, servirà un riconoscimento nazionale, anche perché dare potestà legislative su mobilità, sviluppo e urbanistica, vuol dire semplificare. Ma se il sindaco di Roma continuerà ad avere gli stessi poteri di un collega di una piccola città, non riusciremo neppure a valorizzare i territori, i singoli Municipi».
Importante dunque sfruttare grandi eventi come il Giubileo e l’eventuale Expo per ripartire. Alla domanda: Tra qui a dieci anni, dopo Giubileo e forse l’Expo, che Roma sarà?” Tagliavanti ha risposto «Sarà la capitale del sapere. E potrà attrarre investimenti e i migliori cervelli perché possiede, nell’economia post Covid, tutte le carte per emergere: è una città orizzontale, ha grandi spazi verdi, è l’unica con polmoni verdi e vicino al mare. E non abbiamo un’economia da riconvertire. I fondi d’investimento internazionali che hanno dato un giudizio negativo sull’Italia, ora puntano su Roma. Starà a noi realizzare questo obiettivo, facendo dialogare imprese e mondo della conoscenza. Starà a noi offrici al mondo come meta per i prossimi anni».
Una bella prospettiva per i tanti che, come me, amano questa Città.
M. A. Melissari
26 febbraio 2022
Lo stato dell’arte
Fonti: Camera di Commercio di Roma, Il Messaggero il 12 febbraio 2022