La Clean Cities Campaign di Legambiente ha reso noti i dati emersi dallo Stress Test Mobilità della Capitale insieme ai dati dell’European City Ranking. Preoccupa in particolare l’alta concentrazione del Biossido di azoto e Roma si classifica al 32° posto su 36 città per mobilità sostenibile.

Le notizie non sono buone, sono necessari interventi radicali affinché l’aria di Roma diventi davvero più sana: “A Roma meno automobili, più trasporto pubblico, spazio a pedoni e bici per contrastare con forza l’inquinamento atmosferico e la sua conseguenza sulla salute dei cittadini e dell’ambiente, perché i fattori inquinanti più presenti nella nostra aria sono legati inequivocabilmente al traffico veicolare privato e ai motori a combustione che causano una concentrazione di biossido di azoto enorme. Il confronto poi con le altre città Europee è impietoso soprattutto per la porzione di città dedicata alle persone e non alle vetture. Bisogna iniziare a colmare l’enorme ritardo della Capitale nel percorso verso una mobilità sostenibile, riducendo il deficit strutturale e culturale nel quale Roma sembra precipitata in termini di trasporti e utilizzo dello spazio urbano”. Lo sostiene Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio, a fronte dei risultati dell’analisi condotta sul livello degli inquinanti e della mobilità della città.
Secondo i dati il PM10 si attesta a una media annua di 25 micro gr/m3 di aria e per raggiungere gli obiettivi dell’Organizzazione mondiale della sanità dovrà essere ridotto del 40% entro il 2030. Il Pm 2,5 con una media annua di 12 micro gr/m3 dovrà essere ridotto del 57% e l’NO2 presente nell’aria in quantità elevatissime pari a 33 micro gr/m3 in media annua dovrà ridursi addirittura del 70%.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha abbassato i limiti medi annui di biossido di azoto (NO2) consentiti, riducendoli di un quarto (10 μg/m³) rispetto alle precedenti linee guida datate 2005. Valori annuali dimezzati anche anche per tutte le polveri sottili di categoria PM 2.5 che passano a 5 μg/m³, un quinto dell’attuale limite europeo, mentre quelle di categoria PM 10 passano a 15 μg/m³, meno della metà del limite normativo vigente nel continente. Nuove soglie anche per l’ozono nei sei mesi più caldi e per il monossido di carbonio (CO) da monitorare sulle ventiquattr’ore. Questo fa sì che Roma, già “fuorilegge” in base alle precedenti linee guida, sia ormai ben oltre quanto tollerabile quando si parla di tutela della salute dei cittadini. L’esposizione all’NO2 – inquinante che proviene principalmente dal traffico – determina il 6,2% di tutte le morti che avvengono a Roma ogni anno, pari ad 1 ogni 16 delle morti nel Comune.

Secondo il City Ranking Europeo, inoltre, la capitale è al 32 posto su 36 città per mobilità sostenibile nella classifica generale, ma è ultima in assoluto per spazi stradali dedicati a pedoni e ciclisti, al terz’ultimo posto sulla sicurezza stradale.
Illuminante a questo proposito è stato il Trofeo Tartaruga, una sfida per verificare i metodi migliori per spostarsi nella Capitale, seguito in diretta dalla RAI nella trasmissione Buongiorno Regione del TGR Lazio del 23 febbraio scorso. Ai nastri di partenza 3 studentesse universitarie che dal luogo di incontro (Via Tiburtina – incrocio Via Diego Angeli, dove c’è la centralina di monitoraggio dell’aria di Arpa Lazio) hanno raggiunto l’ingresso dell’università “La Sapienza” in Piazzale Aldo Moro: in bici, con i mezzi pubblici e con l’auto privata e dovendosi fermare alla stazione a Tiburtina per acquistare un quotidiano.
Sono partite alle 7.56 insieme, e dopo 23 minuti in un percorso di circa 4 km, la prima a raggiungere “La Sapienza” è stata Elisa in sella alla sua bici alle 8.19; in seguito è arrivata Rosa che ha raggiunto con il TPL il luogo di studio alle 8.36; alle 8.55 invece, dopo molto tempo speso nel traffico sulle arterie stradali e altrettanto per parcheggiare, è arrivata Margherita con la sua automobile.
Resta poco da aggiungere…
di Redazione
28 febbraio 2022
Lo stato dell’arte