Il passaggio dell’estate all’autunno è uno dei periodi più suggestivi dell’anno in cui la Natura regala atmosfere che invitano ad immergersi in un momento di bellezza e di quiete. I boschi del Lazio da visitare

La Natura è davvero maestra nel regalare emozioni. Una tavolozza di giallo, oro, rosso, arancio, ruggine e bordeaux. È il paesaggio dipinto dai boschi di larici, aceri, frassini, ontani, carpini, ciliegi insieme a faggete e castagneti, le specie arboree che in autunno, si colorano prima di perdere le foglie. L’effetto è quello di un paesaggio da fiaba, gli alberi sono esplosioni di tonalità calde, l’aria è dolce e un po’ frizzante e le montagne intorno tavolozze di colori vivissimi. Il fenomeno è noto qui da noi come “l’estate di San Martino” ed è caratterizzato da pochi giorni fino a diverse settimane di tempo soleggiato, temperature miti e cielo limpido, un vero colpo di coda della bella stagione prima dei rigori dell’inverno. Tradizionalmente legato a un momento di quiete, riposo dal lavoro dei campi e preparazione alle attività richieste dai mesi più freddi, la stagione invita a raccogliersi in un momento di quiete.
L’autunno, anche nel nord est degli Stati Uniti, e in particolare nella zona del New England, è da sempre un periodo speciale. Lo chiamano “Indian Summer”, il momento magico tra ottobre e novembre che segna il ritorno del bel tempo dopo i primi freddi. Particolarmente evidente in queste zone è il fenomeno del foliage, ovvero la colorazione autunnale delle foglie che assumono tonalità strabilianti: dal bruciato al giallo, dal senape all’arancione intenso, con tutte le sfumature in mezzo.
La stessa magia dell’effimera “estate indiana” si può assaporare nell’autunno ricco di colori e profumi che regalano i boschi italiani: il “miracolo d’autunno” nel Lazio può essere osservato in vari luoghi di tutte le province della Regione.
Il Bosco di Manziana, La Macchia Grande a due passi da Roma
Bosco di Manziana è un vasto spazio verde dominato da alberi di cerro, aceri, castagni, betulle e molte altre specie vegetali. Si estende per 580 ettari nella zona di Roma Nord, a soli 5 km dalla graziosa cittadina di Bracciano e 2 km dal centro abitato di Manziana. L’area boschiva oggi visibile, è ciò che rimane di una distesa anticamente più ampia, che raggiungeva i monti Sabatini e Cimini: La Silva Mantiana. Qui natura incontaminata e prati spaziosi si prestano a passeggiate rilassanti, escursioni, attività sportive, gite in mountain bike ma anche barbecue e picnic domenicali nell’area attrezzata (a pochi passi dall’entrata).
I sentieri percorribili sono 4, distinti per colori: Verde, Giallo, Azzurro e Rosso. L’azzurro è il più insolito: si sviluppa tra location protagoniste di film come Pinocchio, Django, Romanzo Criminale… Gli altri tre invece, vi guideranno alla scoperta di flora, fauna e storia della Macchia Grande.
Il Parco Regionale della Valle del Treja con scenari multicolore
Il parco regionale Valle del Treja è un’area naturale protetta del Lazio di notevole suggestione naturalistica, facilmente raggiungibile essendo compresa tra la via Cassia e la via Flaminia. Istituita con legge regionale nel 1982, l’area è compresa nei territori del comune di Calcata in provincia di Viterbo e Mazzano Romano in provincia di Roma. Ha una superficie di 628 ettari e si estende in una zona impervia ricoperta da una fitta vegetazione e percorsa dal fiume Treja. Il Treja nasce dai monti Sabatini e solca profonde gole ricoperte da una fitta e lussureggiante vegetazione forestale, scorre su di un letto di roccia tufacea che si interrompe in piccole e suggestive cascatelle nella zona di Monte Gelato, Mola di Mazzano, fino a divenire il caratteristico ambiente fluviale della Valle del Tevere e qui termina il suo percorso, confluendo nel grande fiume. Tutta l’area è visitabile a piedi o a cavallo seguendo dei percorsi segnalati.
Nella zona del parco sono presenti resti di insediamenti dall’epoca preistorica all’epoca arcaica, dove si trovano i resti del centro arcaico di Narce di cultura affine a quella falisca Falisci.
La Faggeta del Monte Cimino, la cima più alta della provincia di Viterbo
Faggeta del Monte Cimino (Credits: Luca Bellincioni)
Uno dei luoghi più suggestivi dove ammirare il foliage nel Lazio è sicuramente il Monte Cimino, la cima più alta della provincia di Viterbo. È la meta ideale per gli amanti delle passeggiate. La sua faggeta ha un’estensione di circa 50 ettari ed è tra le più maestose dell’Italia centrale con faggi secolari tra i più alti d’Europa. Un’oasi naturale dove potersi rilassare e godere del silenzio che solo un bosco sa regalare.
In autunno il verde del muschio che protegge i tronchi degli alberi contrasta con i colori caldi delle foglie, che cadendo formano un soffice tappeto, da cui spuntano qua e là funghi e ciclamini. In questa stupenda faggeta, riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Mondiale Naturale dell’Umanità (neretto), c’è un grosso masso di trachite – detto sasso menicante – che ha la particolarità di oscillare facendo semplicemente leva con un bastone. La sua esistenza era già nota ai Romani, tanto che Plinio il Vecchio lo definì un “miracolo della natura”.

I colori d’autunno sui Monti Simbruini
I Monti Simbruini, al confine del Lazio con l’Abruzzo, sono un’area protetta della montagna appenninica, cime che raggiungono i 2000 metri, estese faggete, ampi pianori carsici, ricchezze d’acque sorgive, caratterizzata al suo interno da piccoli centri abitati ricchi di testimonianze storico-artistiche a volte millenarie. Proprio per queste caratteristiche l’autunno diventa una delle stagioni più affascinanti per visitarli.
Il Parco Regionale dei Monti Simbruini si estende per circa 30.000 ettari, compreso fra la valle dell’Aniene ad ovest – nord ovest, quella del Sacco a sud ovest e il confine abruzzese e est (monti Simbruini d’Abruzzo e monti Carseolani) ed i monti Ernici a sud est.
I boschi di faggio qui rappresentano una vera e propria ricchezza naturale: sono, infatti, tra i più estesi d’Europa. Nel periodo autunnale le faggete secolari, come quelle di Monte Autore e Camposecco, si trasformano in uno dei luoghi più affascinanti per assistere al fenomeno del foliage nel Lazio con giochi di colore che si creano a fine settembre. Il giallo, l’arancio e il rosso si sposano con il verde intenso delle conifere e con il blu terso del cielo.
A questo si aggiunge un altro appuntamento imperdibile per gli amanti della natura – il bramito del cervo. Tra i boschi è possibile udire il suono sordo del richiamo di questi fantastici animali. Scontri e rituali accompagnano il corteggiamento: una vera e propria danza d’amore, che contribuirà alla nascita di nuove vite.
Forca d’Acero, una delle zone più affascinanti dove osservare il foliage nel Lazio
Al confine tra Lazio e Abruzzo, esiste un luogo incantato che ogni anno ci regala emozioni davvero indescrivibili. Forca d’Acero è un valico appenninico attraversato dalla strada SR 509, che collega i comuni di San Donato Val di Comino e Opi. È stato classificato come uno dei luoghi più belli e suggestivi dove osservare il foliage in Italia e non si può non essere d’accordo. Luogo di confine sin dai tempi antichi, fu scenario di sanguinose battaglie tra briganti e piemontesi. Oggi rientra nei confini del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è un’importante zona dal punto di vista naturalistico, tanto da essere l’habitat di molte specie protette come il lupo appenninico e l’orso bruno marsicano.
Il valico conta alcuni sentieri da percorrere assaporando la tranquillità di quei luoghi. Comprende, inoltre, il Pianoro di Campo Lungo – circondato da fitti boschi – e una meravigliosa faggeta secolare nei pressi di Monte Tranquillo.
I Monti Aurunci, le montagne affacciate sul mare
I Monti Aurunci costituiscono un gruppo montuoso, appartenente all’area protetta più meridionale del Lazio. La maggior parte delle sue cime gode di un panorama strepitoso sul Mar Tirreno. La vista, infatti, spazia dal Golfo di Napoli alla Riviera di Ulisse fino ad arrivare a Terracina e al Promontorio del Circeo. Le zone dove è possibile ammirare il foliage in autunno sono Canale e Monte Faggeto. La faggeta di Canale è una continua scoperta. L’intrico di rami e folte chiome sembra quasi proteggere il sottobosco, anticipando gradualmente la presenza di immensi altipiani erbosi e panoramici.
Il Monte Faggeto, invece, apre le danze con un bosco misto di carpini, aceri e faggi formando un tappeto multi-colore di foglie dalle forme più disparate. Salendo di quota è, però, il faggio protagonista incontrastato: i suoi colori autunnali accompagnano costantemente il camminatore quasi sino in vetta, lasciando il posto a un sentiero più spoglio e roccioso, ma non per questo meno affascinante.
Sfumature d’autunno sul Monte Terminillo, la vetta più alta del Reatino dove ammirare il foliage nel Lazio
Il Monte Terminillo con i suoi 2217 mt. è la cima più alta della zona del Reatino. Già in età romana questo massiccio montuoso era molto frequentato in quanto zona di caccia, pascolo e raccolta legna e ghiaccio, utilizzato per la conservazione dei cibi.
Durante l’autunno gli alberi si preparano al meglio per affrontare l’inverno, che da queste parti si fa sentire più che in altre zone del Lazio. I colori variegati dei boschi e l’aria fresca che si insinua tra le fronde degli alberi annunciano l’imminente cambiamento di stagione. La presenza di funghi rende il bosco più profumato e l’atmosfera avvolgente rende tutto più affascinante. È come se la montagna in questo periodo ti accogliesse tra le sue possenti braccia e si congedasse al camminatore in attesa della prossima primavera, in attesa della prossima rinascita.
M. A. Melissari
16 ottobre 2022
Turismo naturale