Il futuro della terra passa dall’agricoltura bio

di Riccardo Milozzi, Presidente CIA Roma

Un’agricoltura sociale, territoriale, comunitaria e partecipata: insomma l’agricoltura del nuovo millennio.

Entro il 2020 il valore della produzione bio arriverà a quota 7 miliardi

“Braccia rubate all’agricoltura” è un’espressione che si è utilizzata per indicare qualcuno che non è portato particolarmente per qualcosa e che quindi farebbe meglio a dedicarsi a zappare la terra. In effetti, affrancarsi dalla terra è stato l’obiettivo di due, forse tre, precedenti generazioni: liberarsi dalla schiavitù della vigna, aspirare ad andare a lavoro in ufficio, vivere una vita di città. La terziarizzazione dell’economia, il progressivo allontanamento dalla terra, la trasformazione delle aree rurali in luoghi di villeggiatura ci ha portati nel secolo scorso su un percorso di impoverimento delle risorse e dei territori. Ma i molti imprenditori, giovani e meno giovani, oggi stanno dimostrando tutto il contrario, tornando all’agricoltura con una nuova visione, un mix sapiente di tradizione, tecnologia e attenzione all’ambiente.

Condivido il pensiero di Federico Marchini, presidente di Anabio-Cia la nostra associazione per il biologico, secondo cui gli agricoltori hanno in mano una delle leve più potenti del pianeta: la terra. In più, hanno il compito, arduo e forse pretenzioso, di migliorarla, anche rispetto al linguaggio, perché occorrono termini nuovi se quelli esistenti sono mal usati, inadeguati o appaiono ancora privi di un corrispettivo concreto.

La cura dell’uomo e le modalità attuali di conduzione agricola cominciano a far sì che il nostro “paesaggio” sia rinnovato, anche dal punto di vista estetico, e manifesti connessioni profonde con tradizioni culturali antiche e insieme una significativa e puntuale adesione ai criteri agro-ecologici delle coltivazioni biologiche più attente. Dopo la terra, la nostra ricchezza sta proprio nel capitale umano. Creare lavoro e lavoratori ad alto valore aggiunto deve essere la più grande ambizione e soddisfazione di un agricoltore. Confermo che c’è terreno fertile su cui costruire il futuro del settore biologico, lavorando prima di tutto sulla partecipazione e lo scambio. L’agricoltura biologica – come da previsione dell’Ufficio Studi CIA – arriverà infatti a fatturare fino a 7 miliardi entro il 2020, superando l’incremento del 30% prefissato nel 2016 dal Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo del settore, uscito dall’impasse che lo voleva di nicchia per essere protagonista anche nella grande distribuzione, dove il comparto è arrivato ad oltre 1 miliardo e mezzo di vendite nel 2018.

Nei supermercati viene acquistato il 48% dell’agroalimentare bio, negli ipermercati il 35%. Nel 2017 è stata già raggiunta quota 5 miliardi (3,5 nel 2014).  La stima a rialzo di CIA tiene conto delle scelte degli agricoltori, più aperti alle innovazioni e attenti a una produzione sostenibile. Nel 2017 si sono contati 72.154 gli operatori certificati bio, di cui un 20% aderenti ad Anabio-CIA. Dal 2012 il terreno destinato, è aumentato del 53% (1.800 gli ettari nel 2016, obiettivo 2.100 entro il 2020), facendo dell’Italia (5° in Europa con 14% del totale agricolo) uno dei Paesi in cui l’agricoltura biologica pesa di più sull’intero settore. A trainare il mercato ci sono consumatori consapevoli e selettivi. L’88% delle famiglie italiane mette nel carrello prodotti biologici: scelgono per lo più derivati dei cereali (+3,2%), frutta (+19,3%), ortaggi (+12,7%) e latticini (+3,2%) prodotti che da soli fanno il 68% delle vendite totali non tradizionali.

Sono dati confortanti per il futuro di un’agricoltura che vogliamo compatibile e integrata con gli ecosistemi, capace di perseguire obiettivi di sovranità alimentare, di valorizzare le produzioni identitarie e di favorire il recupero di terreni abbandonati. Un’agricoltura per una nuova generazione di contadini – custodi, di comunità di pratica, di comunità di consumatori e cittadini. Un’agricoltura sociale, territoriale, comunitaria e partecipata: insomma l’agricoltura del nuovo millennio.

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