#dopocovid19 – Alberi e ripiantumanzioni, piste ciclabili e collegamenti, spesa a chilometro zero e cibo contadino, retrofitting degli edifici e rigenerazione sono quattro punti per dare una “impronta verde” alla ripresa post coronavirus. Perché la sostenibilità è benessere che crea valore sociale, anche promuovendo lavori verdi.
Quattro punti per ricominciare: il Focus Group informale del Green New Deal for Europe lancia un appello al Primo Ministro Giuseppe Conte, per accompagnare la fase 2 del covid-19, dando un segnale ai cittadini ripartendo dalle piccole cose, con azioni semplici e concreti, e con una ricaduta nella vita quotidiana delle persone, di miglioramento.
La lettera contiene l’indicazione di semplici azioni, ma dall’alto valore simbolico e capaci di imprimere alla ripartenza una evidente connotazione a favore della transizione ecologica, usando opportunamente questa unica occasione per avviare cambiamenti culturali e strutturali in un modello socio-economico insostenibile.
1. La nomina di un commissario straordinario – sul modello del Ponte di Genova – dotato dei necessari poteri anche derogatori, per accelerare la realizzazione delle ciclabili nazionali già finanziate nella scorsa legislatura e rallentate/bloccate finora da contrasti ed egoismi regionali e locali; queste ciclabili potranno dare luogo a turismi lenti e distanziati e, al tempo stesso, generare economie e occupazione nei nostri territori più fragili.
Il ricorso a un commissario ad acta dovrebbe essere un provvedimento di natura transitoria, data l’eccezionalità della situazione in atto, per tornare poi a ridare spazio al municipalismo, al decentramento amministrativo ed alla partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali.
2. Il censimento di tutti gli abbattimenti di alberi occorsi nell’ultimo anno, proseguiti anche nel periodo del lock-down, e la relativa ri-piantumazione di un numero doppio o triplo di alberi – In linea con le azioni del Ministero dell’Ambiente, con il coinvolgimento del Comitato verde pubblico per definire le nuove linee guida di gestione del verde pubblico e del Comando delle Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri che sta già compiendo le verifiche del caso.
3. Il monitoraggio per il “retrofit” degli edifici a cominciare da quelli pubblici, molti dei quali ora sono vuoti, migliorando nettamente l’efficienza energetica e creando migliaia di posti di lavoro “verdi”;
4. L’introduzione di incentivi all’acquisto e al consumo di prodotti a km 0 (favorendo i piccoli produttori locali di agricoltura biologica, i mercati contadini, i negozi a conduzione familiare e quelli che vendono prodotti sfusi, senza imballaggi), come forma di sussidio a realtà economicamente e finanziariamente fragili, ecologicamente virtuose, socialmente inclusive e che promuovano la legalità e la dignità del lavoro.
Ecco quanto sostiene Green New Deal for Europe. In soli due mesi, COVID-19 ha scatenato una catena di crisi senza precedenti in Europa. Una crisi sanitaria ha provocato un blocco in tutto il continente, aggravando una crisi economica dalla quale l’Europa non si è mai veramente ripresa, dovendo fare anche i conti con la crisi ambientale che porta ad eventi catastrofici sempre più ravvicinati.
Quando il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt lanciò il suo New Deal, ha puntato gli occhi su un piano olistico per affrontare la Grande Depressione: sollievo per coloro che lottano per cavarsela, ripresa per riportare in vita l’economia e riforme per prevenire gli errori di il passato viene ripetuto.
Ancora una volta, ci troviamo ad entrare in una depressione economica. E ancora una volta, avremo bisogno di un programma politico olistico e ambizioso per risollevarci. A questo punto o sorge un vero Green New Deal, oppure perdiamo l’ultimo decennio e dobbiamo fermare i catastrofici cambiamenti climatici. COVID-19 ci porta a quell’incrocio. Le comunità in tutto il continente stanno superando l’imposizione del distanziamento fisico con nuove forme di solidarietà sociale. I vicini si aiutano a vicenda e si ascoltano a vicenda. Le comunità stanno riscoprendo vecchi legami – e quelli nuovi stanno prendendo forma mentre i vicini si avvicinano alle finestre, ai balconi e scoprono nuove potenzialità nell’organizzazione digitale.
In questi spazi, possiamo iniziare a progettare la domanda di una giusta transizione. Una transizione che fornisce sollievo rafforzando la rete di sicurezza sociale per tutti gli europei, garantendo l’accesso universale a una buona assistenza sanitaria e alle abitazioni. Una transizione in cui la ripresa economica è sostenibile, mettendo le persone prima del profitto e assicurando a tutti noi di beneficiare dell’economia che creiamo. E una transizione che riforma la nostra economia politica, dando voce alle comunità di tutto il continente e all’agenzia per dare forma al proprio futuro.
M. A. Melissari