Stati Generali della Green Economy – Le 69 organizzazioni delle imprese che compongono il Consiglio Nazionale della Green Economy hanno presentato un pacchetto di misure e proposte da mettere al centro nell’anno della pandemia

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Un pacchetto di misure innovative e di proposte programmatiche in cinque settori strategici della green economy – energia e clima, economia circolare, green city e territorio, mobilità urbana, sistema agroalimentare – che siano in grado di attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione e dare una risposta rapida alla crisi climatica, utilizzando le risorse messe a disposizione di Next Generation EU.
Le proposte, presentate dal Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, spaziano dalle innovazioni tecnologiche per la produzione di idrogeno verde all’adozione di criteri stringenti per indirizzare gli investimenti; dagli incentivi per tecnologie di riciclo dei rifiuti plastici e del settore edile all’aumento fino al 30% del territorio e del mare tutelato; dalla riduzione del tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti entro il 2030; fino all’ incremento dell’agricoltura biologica al taglio dei fertilizzanti chimici e una graduale carbon tax.
Energia e clima – Negli ultimi anni l’Italia ha rallentato il passo nell’impegno per il clima (- 17%); la quota di fonti energetiche rinnovabili è ancora lievemente superiore ai prinicipali Paesi europei (è prima con il 17,8%), ma la crescita negli ultimi anni è notevolmente rallentata (6.7% tra il 2014 e il 2018). Si punta a indirizzare i finanziamenti europei di Next Generation EU a supporto dei processi di innovazione tecnologica per la produzione di idrogeno verde, per la decarbonizzazione, per potenziare -sia con nuovi impianti sia migliorando la capacità esistente- produzione, distribuzione, stoccaggio e uso di fonti rinnovabili di energia e miglioramenti dell’efficienza energetica. Puntano inoltre a sostenere un utilizzo esteso dell’ecobonus 110%, da estendere fino al 2024, applicare criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti, a introdurre una graduale carbon tax per i settori non coperti dal meccanismo europeo dell’Ets integrata da misure di tutela sociale e della competitività.
Economia circolare – L’italia è al terzo posto in Europa per tasso di circolarità e anche per il riciclo dei rifiuti urbani. Ma non basta: aumentare i finanziamenti del Piano transizione 4.0 -prorogando per un quinquennio le misure di sostegno agli investimenti delle imprese e raddoppiando sia la misura degli incentivi sia il limite degli investimenti agevolabili- per sostenere, attraverso il credito d’imposta, investimenti destinati a misure per l’economia circolare quali, ad esempio, la progettazione di prodotti che durino più a lungo e siano concepiti per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclo; incentivare gli investimenti per lo sviluppo della bioeconomia circolare, per l’utilizzo della biomassa locale e nazionale, per migliorare gli impianti e le tecnologie, per l’utilizzo dei sottoprodotti, il riciclo dei rifiuti in plastica, del settore edile, nonché quelli organici e dei fanghi.
Green city e territorio – Il consumo di suolo in Italia continua ad aumentare: finanziare un programma nazionale di rigenerazione urbana che recuperi e valorizzi aree degradate ed edifici dismessi per non consumare nuovo suolo, aumentare le infrastrutture verdi e gli spazi e adottando misure di mitigazione e di adattamento climatico. Per sostenere la ripresa in chiave green si punta inoltre ad aumentare al 30% territorio e il mare tutelati.
Mobilità urbana – In Italia rimane bassa la vendita di autoelettriche, un po’ meglio le ibride e a gas: ridurre la domanda di mobilità attraverso le nuove tecnologie e una diversa organizzazione del territorio, della città e dei suoi tempi; aumentare gli investimenti con l’obiettivo di potenziare il trasporto pubblico, la sharing mobility, le piste ciclabili, facendo scendere al 2030 il tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti. E inoltre estendere gli incentivi all’elettrificazione, raggiungere entro il 2030 la quota del 25% dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti.
Sistema agroalimentare – L’Italia ha un settore agroalimentare di elevata qualità: nel 2018 si conferma il primato mondiale con 824 prodotti DOP, IGT, STG per un valore complessivo stimato di 16,2 miliaridi di euro (+ 6% rispetto al 2017); il settore inoltre si colloca al terzo posto dietro Francia e Spagna per estensione delle colture biologiche (superficie agricola biologica: 15,5% rispetto all’8,7% del 2010). Una buona partenza per le misure che propongono di incentivare la diffusione delle produzioni agricole basate sui principi dell’agroecologia che favoriscono la limitazione dell’uso di prodotti fitosanitari, l’incremento della fertilizzazione organica, la riduzione delle emissioni di gas serra, la cattura del carbonio nonché l’aumento della produzione biologica. Attivare iniziative di incentivazione fiscale per l’applicazione di modelli di business circolari nei settori della trasformazione alimentare.
#senonoraquando – Infine Edo Ronchi ricorda che 100 esponenti di imprese e organizzazioni italiane hammo da poco lanciato un appello perché ci sia coerenza e attenzione alle misure per il clima: “Sarebbe assurdo, da una parte, finanziare la riduzione delle emissioni di gas serra e, dall’altra, finanziare con le nuove risorse europee anche attività che generano aumenti di tali emissioni. La quota degli investimenti europei di Next Generation EU, dedicata a misure per il clima, va aumentata dal 37% al 50% per finanziare impegnative misure sia di mitigazione, sia di adattamento. E’ necessario usare criteri univoci per definire gli investimenti: quelli indicati dalla Tassonomia Euopea per la ecosostenibilità”.
Il commento del Ministro dell’Ambiente Costa: “Per uscire dalla crisi del Covid e per raggiungere una nuova normalità, che sia verde e duratura occorre stringere un nuovo patto e per farlo occorre riempirlo di azioni concrete e immediate che il Governo ha già assunto o sta assumendo su tutto lo spettro delle sue attività, dalla transizione energetica a modelli nuovi di mobilità, dal sostegno alle imprese verdi alla lotta al dissesto idrogeologico alla valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico, dalla riforma fiscale in chiave green fino alla decarbonizzazione dell’economia. Non c’è dubbio, perciò, che il paradigma dell’economia circolare debba essere l’architrave di questo processo. Non dobbiamo mai dimenticare che la sfida più grande, perché riguarda soprattutto le generazioni future, è quella contro i cambiamenti climatici. È a questo fine che abbiamo orientato lo spirito del Recovery Fund”.
Redazione
4 ottobre 2020
Credits – Foto: Agenzia Verde Vivo (Fonte: Relazione Green Economy 2020, Edo Ronchi)