Iniziative e progetti italiani per combattere la deforestazione
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La giornata internazionale delle foreste, che fu lanciata nove anni fa da una risoluzione dell’ Assemblea generale dell’Onu, quest’anno guarda al tema del “Ripristino delle foreste: un percorso di recupero e benessere”. Le foreste coprono un terzo della superficie terrestre. Circa 1,6 miliardi di persone, tra cui oltre 2000 culture indigene, da esse dipendono per mezzi di sostentamento, medicinali, energia, cibo e riparo. Al loro interno vive oltre l’80% delle specie di altri gruppi tassonomici (dati ISPRA). Le foreste sono la casa di innumerevoli animali, piante e insetti: ospitano la maggior parte della biodiversità terrestre. Secondo l’ultimo rapporto dell’Onu sullo stato delle Foreste, 60.000 specie diverse di alberi, l’80% delle specie di anfibi, il 75% delle specie di uccelli e il 68% delle specie di mammiferi della Terra. Le foreste puliscono l’aria che respiriamo, prevengono l’erosione del suolo, proteggono dalle alluvioni, migliorano la qualità delle acque, combattono gli effetti negativi del cambiamento climatico. Eppure nel mondo la deforestazione procede a tassi di crescita mai visti prima, costituendo una delle più gravi minacce per la sopravvivenza del genere umano sul Pianeta Terra: 12 milioni di ettari di foreste vengono distrutti ogni anno. Dal taglio indiscriminato dipende il 12-20% delle emissioni globali di gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico per circa 4,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
Ecco a cosa serve questa giornata nazionale, a ricordare a tutti noi che le foreste sono Vita e ogni volta che compiamo un piccolo semplice gesto legato agli alberi e al loro utilizzo, “Quando beviamo un bicchiere d’acqua, scriviamo su un quaderno, prendiamo medicine per la febbre o costruiamo una casa, non sempre facciamo il collegamento con le foreste. Eppure, questi e molti altri aspetti della nostra vita sono collegati alle foreste in un modo o nell’altro”, si legge sul sito dell’ONU.
Ecco come l’ONU descrive la giornata: “Celebra e accresce la consapevolezza dell’importanza di tutti i tipi di foreste. In ogni Giornata internazionale delle foreste, i paesi sono incoraggiati a intraprendere sforzi locali, nazionali e internazionali per organizzare attività che coinvolgono foreste e alberi” e suggerisce di piantare alberi, rigenerare le foreste esistenti e crearne di nuove nelle città.
Per avere un’idea della portata della deforestazione, principale minaccia per la vita dell’uomo sulla Terra, il mondo perde 10 milioni di ettari di foresta – circa le dimensioni dell’Islanda – ogni anno. E il degrado del suolo colpisce quasi 2 miliardi di ettari, un’area più grande del Sud America.
Questi sono dati dell’Onu, ma c’è anche l’ultimo rapporto del WWF (gennaio 2021) secondo il quale in 13 anni, tra il 2004 e il 2017, sono stati distrutti almeno 43 milioni di ettari di foresta pluviale tropicale, – un’area grande come la California – distribuita tra Asia, America Latina e Africa. La causa principale? L’agricoltura per soddisfare la domanda del mercato globale.
Cosa si fa in Italia
La web app lanciata da Legambiente: una piattaforma sul web, realizzata nell’ambito del progetto europeo Life Terra, con la quale sarà possibile monitorare gli alberi piantati, regalarli o adottarli. Infatti ogni albero piantato sarà georeferenziato e tracciato con l’inserimento in una mappa. Grazie a questa applicazione web, si potranno ricevere aggiornamenti sulla sua crescita e sulla quantità di anidride carbonica sottratta dall’atmosfera. Attraverso la piattaforma si potrà seguire in diretta l’avanzamento del progetto e monitorare gli alberi messi a dimora, geolocalizzati e inseriti in una mappa di facile fruizione. Attraverso il web sarà possibile verificarne anche lo stato di salute e ricevere informazioni sulle condizioni del suolo prima e dopo la piantumazione Nell’ambito del progetto Life Terra, cofinanziato dall’Unione Europea con il Programma Life, in Italia si pianteranno oltre 9 milioni di alberi nei prossimi 5 anni. Il target complessivo del progetto, coordinato dal capofila Stichting Life Terra, è piantare 500 milioni di alberi in 5 anni in tutta Europa, uno per ogni cittadino europeo e contribuire così all’obiettivo della Strategia dell’UE sulla biodiversità che impegna gli stati membri a piantare 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030.

All’Università Sant’Anna di Pisa è partito un progetto di ricerca per aumentare la resistenza dei boschi al cambiamento climatico.
Il LIFE CO2PES&PEF è un innovativo progetto di ricerca coordinato dalla Scuola Superiore di Studi Sant’Anna di Pisa e finanziato dall’Unione Europea, che punta a incrementare i serbatoi forestali di carbonio e la resistenza delle foreste agli eventi climatici estremi e al dissesto idrogeologico, ridurre le emissioni derivanti dal settore forestale, e riconoscere il valore economico dei benefici ambientali generati da una gestione sostenibile delle foreste.
Il progetto utilizza modelli di simulazione dell’accrescimento forestale che riproducono su computer le dinamiche di un bosco e analizzano il livello presente e futuro dell’assorbimento di carbonio, della protezione idrogeologica, e della vulnerabilità delle foreste a incendi e schianti da vento. Questo permette di individuare le aree più adeguate a effettuare interventi selvicolturali al fine di mantenere la produttività forestale, favorire l’assorbimento di CO2 e la protezione idrogeologica e ridurre la vulnerabilità agli eventi estremi.
Per raccogliere i dati necessari al funzionamento di questi modelli, lo scorso autunno è stata condotta dall’Università di Milano una campagna di rilievi forestali nelle tre aree studio interessate dal progetto: una alpina, la proprietà regionale di Fusine nella Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, e due appenniniche, il Consorzio delle Comunalie Parmensi in località Borgotaro e il demanio regionale della Regione Emilia-Romagna in località Galeata. Per più di 5.000 alberi sono stati registrati la specie, le dimensioni del fusto e della chioma, ed è stata prelevata una carota di legno per verificare la velocità di accrescimento. Per ogni area di campionamento sono state le caratteristiche strutturali del bosco per valutarne l’efficacia protettiva nei confronti di valanghe, caduta massi e scivolamenti superficiali. Infine, in trenta diversi siti sono stati prelevati e pesati campioni di lettiera, legno morto, vegetazione erbacea e arbustiva per stimare la quantità e qualità della vegetazione suscettibile agli incendi.
I dati raccolti saranno uniti a quelli disponibili da piani di assestamento e scansioni LiDAR e quindi inseriti nei modelli di simulazione. Nei prossimi mesi, i software di progetto saranno calibrati e utilizzati per simulare lo sviluppo dei pool di carbonio nei prossimi 50 anni, in funzione di diversi modi di gestire il bosco. Il simulatore ForestGALES, sviluppato nel Regno Unito, sarà utilizzato invece per stimare la velocità critica del vento che comporterebbe degli schianti nei tre comprensori forestali e per produrre una mappa della vulnerabilità presente e futura delle foreste alle tempeste da vento. Infine, grazie ai dati raccolti sulla vegetazione combustibile, verrà simulato su software il passaggio di un incendio nei boschi esaminati, per calcolare la probabilità di combustione di ogni punto della foresta, il comportamento e la traiettoria potenziale degli incendi, e il loro effetto in termini mortalità degli alberi e emissioni di CO2.
Paolo Serra
21 marzo 2021
Tendenze
Credits: La poesia nella foto è nel Parco della Garbatella di Roma