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Corylus avellana, ossia il Nocciolo. Un noccioleto è un luogo misterioso, in special modo la mattina. I tanti polloni che formano le chiome sembrano erompere dalla terra come fuochi d’artificio vegetali. La luce filtra nel sottobosco pulito in raggi nitidi che illuminano solo i particolari di quella soffusa penombra; un sasso muschioso, una radice, una foglia appesa ad un filo di ragnatela, (molti ragni della famiglia araneidae tessono le loro magnifiche trappole tra questi fusti ascendenti e quando uno dei raggi mattutini del sole le inonda diventano visibili, grandi arabeschi simmetrici e meticolosi col loro mastro al centro).
Il nocciolo è l’albero della Conoscenza e dell’Ispirazione; in Irlanda, presso Tipperary si dice esistesse una fontana chiamata Pozzo di Connla le cui acque erano lambite dalle fronde di 9 noccioli magici. Le nocciole che cadevano nell’acqua erano nutrimento per i salmoni ed erano la fonte di tutte le conoscenze. Un giorno il giovane Fionn venne incaricato da un famoso druido di procurargli uno di quei salmoni, cucinarlo e portarglielo senza minimamente assaggiarlo. Fionn pescò e cucinò il pesce ma si scottò un dito e dal dolore se lo portò alla bocca; ne ottenne l’ispirazione poetica e divenne un famosissimo bardo.
Nella tradizione celtica (il mese del nocciolo per i celti è agosto) si favoleggia del “Venerato albero del Rath” un forte circolare ed impenetrabile tutto contenuto in un enorme ceppo di nocciolo all’interno del quale viveva il mitico popolo Sidhe, antichi magici uomini della fatata Irlanda pre romana.
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in forma libera può raggiungere anche l’altezza di 7–8 metri. Ha foglie semplici, cuoriformi a margine dentato.
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I romani chiamavano questa pianta abellana derivando il nome dal toponimo di Abella o Avella, antico centro presso l’attuale Avellino e consideravano il nocciolo legato alla luna e fondamentalmente femminile, simbolo di fertilità, ricchezza e conoscenza.
Si credeva che verghe, bacchette e bastoni di nocciolo scacciassero serpenti e scorpioni ed era quindi il preferito dai pastori ma anche maghi e rabdomanti utilizzavano per i loro scopi il dolcissimo legno del nocciolo. Ancora oggi la rabdomanzia che prevede la posizione di sorgenti d’acqua nascoste utilizza una forcella di nocciolo come indicatore perché entrerebbe in risonanza con le grandi masse metalliche e gli acquiferi.
Nell’originale favola di Cenerentola (fratelli Grimm) il nocciolo occupa un ruolo predominante; quando il padre di Cenerentola chiese alle figlie cosa desiderassero in regalo di ritorno dal viaggio che intendeva intraprendere, lei chiese “il primo ramo che vi sfiori il cappello sulla strada del ritorno”. Il rametto riportato in dono venne piantato sulla tomba della madre e Cenerentola tanto lo annaffiò di lacrime che divenne presto un forte e rigoglioso albero. Tre volte al giorno Cenerentola si recava presso il nocciolo e sempre vi era tra i rami un uccellino bianco che esaudiva ogni desiderio della ragazza, compreso abito e accessori per il ballo che le avrebbe cambiato la vita.
Anche in questa fiaba é celata la presenza della Dea; é strano, volendo razionalizzare, come tutte le culture abbia tratto ispirazioni concordanti dal mondo visibile, prima dei viaggi e delle comunicazioni intercontinentali, come esistesse un linguaggio sotteso…. la voce della vita.
Massimo Luciani – Etnobotanica
5 ottobre 2021
Foto: Massimo Luciani
NOTE
Il nocciòlo (Corylus avellana L., 1753) è un albero da frutto appartenente alla famiglia Betulaceae, una famiglia di alberi e arbusti appartenenti all’ordine Fagales (a cui appartengono molti tra gli alberi più noti quali ad esempio i faggi, le querce, il castagno, il noce e la betulla), diffusi in Europa, Asia, Nordafrica e nelle due Americhe in zone temperate e fredde. La famiglia prende nome proprio dalla betulla (genere. Betula) e conta circa 150 specie di piante di altezze medie. Il nome del genere deriva dal greco κόρυς = elmo, oppure da kurl, il nome celtico della pianta, mentre l’epiteto specifico deriva da Avella, zona nota fin dall’antichità per la coltivazione di noccioli.( Linnaeus, C. (1753). Species Plantarum).
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