Il Ministero delle Politiche agricole approva con Il Decreto Dipartimentale n. 124900 del 16/03/2022 il disciplinare del sistema di certificazione della sostenibilità del settore vitivinicolo nell’ambito dell’intera filiera, a partire dalle pratiche in campo fino a quelle per l’immissione del prodotto sul mercato. L’adesione da parte di aziende singole o associate al Sistema di certificazione della sostenibilità vitivinicola è volontaria.

In tutto il mondo sono state intraprese diverse iniziative a favore dell’evoluzione della produzione, in agricoltura e nell’industria, che rispettano il concetto di sostenibilità, includendo gli aspetti ambientali, sociali ed economici. Lo sviluppo sostenibile è parte di un processo in continua evoluzione in grado di adattarsi progressivamente alle specificità dei cambiamenti ambientali, economici e sociali. Ciò richiede grande flessibilità e capacità di adattamento da parte delle aziende, dei singoli operatori e delle autorità regionali e nazionali al fine di rispettare gli obiettivi di sostenibilità ricercando tutte le opportunità che possono provenire dall’innovazione e dall’utilizzo di appropriati strumenti di pianificazione, valutazione, controllo e comunicazione. Certamente la crescita dell’attenzione per il tema della sostenibilità che ha caratterizzato il sistema vitivinicolo mondiale è stata favorita anche dall’OIV che, conformemente alla sua missione, ha svolto un’azione tempestiva per una condivisione, all’interno del sistema vitivinicolo stesso, di definizioni, concetti e prassi operative. Non sono in molti a sapere, oltre agli operatori del settore, che esiste un’Organizzazione Internazionale della Vigne e del Vino (OIV), un organismo intergovernativo di tipo scientifico e tecnico, di competenza riconosciuta nell’ambito della vigna, del vino, delle bevande a base di vino, delle uve da tavola, delle uve passa e degli altri prodotti della vigna. Creata nel 1924 da sei Stati in risposta alla crisi viticola internazionale, conta attualmente 48 Stati membri dei cinque continenti (che rappresentano l’86% della produzione complessiva e il 71% del consumo di vino nel mondo), mira a informare, assistere, armonizzare, normalizzare e sostenere il settore vitivinicolo.
La vitivinicoltura sostenibile è definita dall’OIV come l’“approccio globale alla scala dei sistemi di produzione e di lavorazione delle uve, associando contemporaneamente la sostenibilità economica delle strutture e dei territori, la produzione di prodotti di qualità, considerando i requisiti specifici della viticoltura sostenibile, dei rischi legati all’ambiente, la sicurezza dei prodotti e la salute dei consumatori e la valorizzazione degli aspetti patrimoniali, storici, culturali, ecologici e paesaggistici”.
La vitivinicoltura sostenibile cerca l’equilibrio tra fattibilità economica, equità sociale e buono stato ambientale. Ciò si applica a tutta la catena di produzione e di trasformazione, dall’uva (uva da vino, uva da tavola, uva passa) al succo d’uva, al vino, alle bevande spiritose e agli altri prodotti della vite. Le iniziative per lo sviluppo della vitivinicoltura sostenibile sono volontarie e possono assumere una dimensione collettiva grazie all’adozione di linee guida o di uno statuto comune in grado di soddisfare i principi della sostenibilità. I processi di applicazione a sostegno di tali iniziative saranno sviluppati all’interno di risoluzioni specifiche per ciascun prodotto vitivinicolo.
Principi generali di sostenibilità applicati alla vitivinicoltura
1º Principio: l’approccio sostenibile integra aspetti ambientali, sociali ed economici
Le attività del settore vitivinicolo dipendono strettamente dalle risorse naturali (patrimonio genetico di Vitis spp., risorse energetiche, acqua, clima, suolo, aria ed ecosistema) e dal tessuto socio-economico nel quale si collocano. Lo sviluppo di sistemi di produzione e di pratiche che preservino queste risorse naturali e ne migliorino le condizioni d’uso, così come l’arricchimento delle condizioni economiche delle aree in cui si colloca la produzione, sono fondamentali per la sostenibilità a lungo termine delle attività vitivinicole. Il primo principio della sostenibilità è costituito pertanto dalla valutazione equilibrata e contemporanea dei seguenti aspetti: ambientale, sociale, economico. In base alle condizioni specifiche di ciascun territorio, azienda o tipo di prodotto, tali interazioni possono variare a livello ambientale, sociale ed economico e assumere diverse dimensioni. Per tale motivo, si dovrà consentire una certa flessibilità alle aziende che mettono in atto un’iniziativa di sviluppo sostenibile, in modo tale che esse possano utilizzare le procedure adatte al proprio ambiente.
2º Principio: la vitivinicoltura sostenibile rispetta l’ambiente
La protezione del suolo, dell’aria, dell’acqua, della biodiversità e del paesaggio è particolarmente importante nel settore vitivinicolo e può essere attuata mediante un’accorta pianificazione dell’impianto di nuovi vigneti e altre strutture vitivinicole, attenendosi ai principi ecologici consolidati e attuando una gestione ottimale delle risorse nuove e di quelle esistenti. L’applicazione si articola su: Scelta del sito (problematiche legate alla vicinanza a zone sensibili, gestione delle risorse idriche, accessibilità dei mezzi di trasporto al sito); Gestione del suolo (protezione dai rischi di erosione e di perdita di nutrienti, fertilità del suolo e diversità biologica, impatto dell’impianto e dei macchinari sul suolo, sull’ambiente e sul paesaggio); Conservazione del paesaggio e della biodiversità varietale e clonale (in particolare microrganismi, flora e fauna autoctoni). La Gestione degli input (previa ottimizzazione dell’uso dell’energia, dell’uso dell’acqua e di materiali, di attrezzature e di input per la produzione vitivinicola, quali erbicidi, prodotti fitosanitari, fertilizzanti, concimi e altri, e per la trasformazione e la vinificazione quali additivi, coadiuvanti di produzione e materiali di affinamento) è essenziale per l’attuazione di un’iniziativa di sostenibilità, essendo necessario ottimizzare il loro utilizzo, favorendo i metodi di prevenzione e, all’occorrenza, il loro riutilizzo. La Gestione degli output (rifiuti, reflui, sottoprodotti) mira ad avere il minimo impatto sull’ambiente, favorendo il loro riutilizzo o il loro riciclaggio, ogni volta che sia possibile.
3º Principio: la vitivinicoltura sostenibile è sensibile agli aspetti sociali e culturali
Tutte le iniziative di sviluppo sostenibile dovranno tener conto degli obiettivi degli interessati e di tutta la collettività. Le aziende dovranno considerare l’impatto delle proprie attività sul tessuto socio-economico e il loro coinvolgimento nello sviluppo socio-economico dei territori (o aree). L’applicazione si articola sulle Condizioni di lavoro: Rispetto e uguaglianza; Sicurezza e salute dei lavoratori; Integrazione nell’ambiente sociale e culturale locale, formazione e stabilità della mano d’opera; Rispetto della cultura e della storia del territorio; Sviluppo di relazioni con le comunità vitivinicole; Sicurezza e salute dei consumatori (salubrità, igiene, tracciabilità, genuinità di prodotti, strutture e procedure).
4º Principio: la vitivinicoltura sostenibile si propone di perseguire l’economicità
Nella ricerca della sostenibilità, si dovrà prendere in considerazione l’economicità delle aziende del settore. Si dovranno pertanto sviluppare in modo particolare le capacità di innovazione, di adattamento ai cambiamenti tecnologici e socio-economici e di gestione dei costi, al fine di determinare una crescita sostenibile capace di offrire ricchezza e occupazione nei tempi a venire. Per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità, i sistemi vitivinicoli sostenibili dovrebbero essere tali da far sì che le loro attività siano economicamente valide nel lungo termine. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda dovrà sviluppare due elementi: la Resilienza (la capacità di un sistema produttivo di adattarsi all’evoluzione delle condizioni economiche per garantire la capacità operativa dell’organizzazione) e l’Efficienza capacità di evitare sprechi e costi aggiuntivi e puntare al contempo all’aumento del margine lordo e alla riduzione dell’impatto sociale e ambientale).
5º Principio: le iniziative sostenibili richiedono attività di pianificazione e valutazione
Pianificazione delle operazioni da intraprendere, di valutazione della loro efficacia e di adattamento successivo per garantire il miglioramento continuo. L’adeguatezza delle azioni da avviare deve essere valutata regolarmente mediante un sistema che può essere assistito da organismi di valutazione esterni. Valutazione/autovalutazione. La sostenibilità del processo produttivo dovrà essere valutata attraverso indicatori e criteri comuni e i risultati dovranno essere analizzati e portare a un piano di miglioramento. La valutazione può avvenire mediante autovalutazione e/o attraverso una valutazione esterna che certifichi i dati. Monitoraggio e valorizzazione delle conoscenze, permette di aggiornare, su base regolare, le conoscenze relative alle tecniche e alle condizioni normative che contribuiscono al suo sviluppo. La Comunicazione accurata e convalidata da elementi concreti, interna all’azienda ed esterna verso il mercato sui principi della sostenibilità e sulla loro applicazione all’interno dell’azienda è vantaggiosa, e deve essere incoraggiata.
di Redazione
4 aprile 2022
Scelte sostenibili