Monumenti naturali: Galeria Antica è la più affascinante tra le città fantasma del Lazio

Appena a sud del Parco di Bracciano-Martignano, il Monumento Naturale di Galeria Antica è una meta di grande fascino ambientale e di interesse storico e naturalistico. Entro i suoi confini sorgono i ruderi di un borgo di origini remote. Rivestita di vegetazione lussureggiante, oggi la città fantasma è la facile meta di un’escursione sorprendente e sostenibile.

Le rovine di Galeria Antica, immerse nell’Agro Romano a nord della capitale (lungo la via di Santa Maria in Galeria, 691, strada che dall’Aurelia confluisce a nord sulla via Braccianese), sono arroccate su uno sperone tufaceo limitato ad ovest dal Fiume Arrone. Questo sperone di forma pressoché quadrangolare, alto 131 metri, costituiva al tempo un’ottima difesa naturale. Abbandonata da più di due secoli, la città fortificata, oggi è immersa in una rigogliosa vegetazione dalla quale emerge il campanile romanico dell’antica chiesa, che ha creato un ecosistema unico nel suo genere.
Anche per questo motivo le rovine di Galeria Antica, nel 1999, per delibera della regione Lazio, sono state dichiarate Monumento Naturale. Il paesaggio che Galeria offre al visitatore sarà simile a quello che si presentò agli occhi dell’archeologo inglese Thomas Ashby che passò di qui a cavallo tra il tra il XVIII e il XIX secolo.
Fra i resti di maggior rilievo si ricordano la mola, la chiesa di S. Andrea e soprattutto l’antica fortezza, con altissime mura a strapiombo e un torrione difeso da due porte, e un antico ponte romano che scavalca il fiume Almone.

La travagliata e strana storia di Galeria Antica
Le fonti di cui si dispone sulla nascita della città ci lasciano due versioni differenti: la prima afferma che Galeria fu fondata dall’antico popolo dei Galerii di cui però non si sa di preciso né l’esatta area di dominazione né il periodo esatto in cui questo popolo è vissuto. Alcuni ritrovamenti etruschi fanno però pensare (e da qui la seconda ipotesi) che Galeria Antica fu fondata al tempo della dominazione etrusca e che all’epoca prendeva il nome di Careia.
La testimonianza del loro sicuro passaggio è data dalla presenza nella zona di alcune piccole necropoli con tombe a camera sparse qua e là nella gola sottostante l’abitato ed alcuni resti di mura all’interno dell’abitato. In allora Careia era un centro di modesta importanza a guardia dei confini meridionali del territorio etrusco, posta tra le importanti città di Veio e Cerveteri.
Un altro dato certo è che dopo il declino degli etruschi fu colonizzata dai romani come testimoniano alcuni archi a sesto acuto e le costruzioni ad opus incertum ritrovate nella città. Come tutte le città satelliti di Roma, anche Galeria Antica decadde sotto la spinta delle invasioni germaniche e venne probabilmente abbandonata, per poi essere ripopolata solo nel medioevo. Il papa Adriano I, infatti, nel corso dell’VIII secolo d.C. mirava ad espandere i confini dello Stato Pontificio e a consolidare l’area intorno a Roma. Per questo fondò una Domusculta proprio a Galeria. Questa costruzione venne poi trasformata in “curtis” dal papa Gregorio IV nell’840 d.C.
Qualche decennio più tardi i Saraceni, che in quel periodo imperversavano sulle coste tirreniche, assediarono e distrussero Galeria. Ricostruita e ampliata fu proprietà dei Conti di Galeria e successivamente, dall’anno 1276 appartenne alla famiglia Orsini. I passaggi di mano furono molto numerosi cosicché nel 1486 divenne proprietà dei Colonna a cui seguirono i Caetani, i Savelli e in ultimo i Sanseverino. Con il passaggio a quest’ultima famiglia per Galeria iniziò un lento ma inesorabile declino che la vide nel corso degli anni trasformarsi da centro fortificato a tenuta agricola. Com’è ovvio la popolazione ebbe un forte calo che culminò con la malaria che durante il 1700 infestava l’Agro Romano. Ormai in rovina e ridotta per lo più a rifugio di pochi disperati, Galeria fu completamente abbandonata nell’anno 1809.

Magiche e sinistre sono le rovine della città perduta di Galeria Antica. Per esempio, l’abbandono da parte degli abitanti presenta alcune caratteristiche davvero strane. Intorno alla metà del XVIII secolo gli abitanti del luogo iniziarono a morire in modo alquanto misterioso. Le attuali ricerche indicano che quelle morti sospette furono dovute ad un’epidemia di malaria, malattia non rara in una zona che all’epoca si presentava invasa in più punti dall’acqua che esondava dal Torrente Arrone. Nonostante questa più che plausibile spiegazione, quello che non si riesce ancora a capire è perché la città fu abbandonata così precipitosamente da lasciare nel posto non solo attrezzi e suppellettili ma persino i cadaveri dei loro cari. I corpi furono rinvenuti solo agli inizi dell’800 e ebbero degna sepoltura mezzo secolo più tardi. Tra l’altro gli abitanti di Galeria, rimasti all’epoca dei fatti in poche decine, decisero di trasferirsi a solo 1 chilometro da Galeria per fondare un altro borgo chiamato Santa Maria di Galeria Nuova.
Circola inoltre un’antica leggenda che narra la storia di un fantasma di nome “Senz’affanni”. Il fantasma sarebbe lo spirito di un abitante del luogo, morto probabilmente durante il periodo della malaria, che torna ogni anno tra le antiche rovine di Galeria, cantando e suonando per la sua amata donna, in sella ad un bellissimo cavallo bianco. Diversi testimoni, infatti, affermano di aver sentito provenire dalle rovine il tipico rumore prodotto dagli zoccoli di un cavallo, accompagnato da un suono simile ad un lamento. Il fantasma si fa vivo principalmente in inverno, durante le piene del fiume Arrone. Gli scettici affermano, invece, che i rumori che i testimoni sostengono di udire sono prodotti in realtà dalle acque dell’Arrone che sbattono sulle rocce, nel punto in cui il fiume attraversa alcune cavità sotto al borgo.

Flora e Fauna
Ricoperto da un’intricata vegetazione, il borgo è completamente disabitato da due secoli. Ciò ha permesso il formarsi di un ecosistema, di notevole interesse per via della sua varietà, la cui rigogliosa vegetazione comprende soprattutto lecci, allori, aceri e, nell’umidità delle forre, anche salici, olmi ed ontani.
Gli animali che vivono nell’area sono diversi e numerosi. Si possono osservare gheppi, civette e nibbi sorvolare la collina, mentre volpi e ricci si nascondono tra i ruderi, e i merli nidificano nelle quercete che ospitano lo scricciolo, il torcicollo e l’occhiocotto. Anche l’airone cenerino visita questi luoghi nel periodo delle migrazioni. Nelle acque del fiume Arrone nuotano barbi, cavedani, rovelle e anguille.

L’accesso a Galeria Antica è completamente gratuito e ci si può arrivare attraverso Santa Maria di Galeria. Non esiste un preciso percorso di visita del borgo, eccetto quello della mulattiera principale che lo attraversa: dirigendosi verso l’altura, dopo essere passati sotto un arco, si entra nel vecchio borgo di Galeria Antica per scoprire l’indiscutibile facino di un patrimonio culturale di grande valore per quel turismo esperienziale ed ecosostenibile che sempre di più viene apprezzato e ricercato.

di Redazione

31 luglio 2022

Fonti: lazionascosto.it; lazioeventi.com

Turismo e Sostenibilità

2 commenti

  1. Una volta andavo a pescare cavedani e barbi sull,’Arrone a Galeria,dove c’è la città fantasma.Purtroppo non sono più andato perché hanno chiuso l’accesso dove si entrava con l’auto e si parcheggiava lì nel prato.Come si può arrivare ora?

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