La revisione della Direttiva europea sull’efficientamento energetico degli stabili, che riguarda tutta la Comunità, ha incassato l’approvazione il 14 marzo dell’Eurocamera. Ora i negoziati con gli Stati membri

Case green: l’Europarlamento dice sì. Dopo il primo via libera in commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) lo scorso 9 febbraio, la revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (la cosiddetta EPDB – ‘Energy Performance of Building Directive’) ha ricevuto il via libera dall’intero Parlamento europeo riunito a Strasburgo con 343 voti a favore, 216 contrari e 78 astenuti. Il testo uscito dall’Eurocamera diventerà la posizione dell’Europarlamento sulla revisione della direttiva per poter avviare i negoziati con gli Stati membri.
L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell’Unione entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Più in dettaglio e stando al testo approvato, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033. Nella classificazione di efficienza energetica (dalla lettera A alla G), la classe G dovrà essere del 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro. Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati, secondo quanto riporta la direttiva, al momento della vendita dell’immobile, oppure al momento della ristrutturazione dell’edificio.
Da prima che fosse presentata dalla Commissione europea a dicembre 2021, la proposta di direttiva ha sollevato in Italia un’aspra polemica soprattutto per quanto riguarda la parte relativa ai finanziamenti. Secondo le stime basate sulla proposta della Commissione UE, che difficilmente rimarrà uguale dopo il negoziato con il Parlamento europeo e gli Stati membri, per l’Italia potrebbe significare dover ristrutturare al massimo tra 3,1 e i 3,7 milioni di edifici residenziali entro il 2033, degli oltre 12 milioni totali. Si tratta di stime approssimative dal momento che si basano sulla proposta della Commissione. Dopo il via libera in plenaria, inizierà il confronto con i negoziatori del Consiglio UE. La presidenza di Stoccolma punta a raggiungere un accordo politico entro la fine del semestre, il 30 giugno prossimo.
L’entrata in vigore della direttiva, quindi, non è scontata. E c’è un precedente a testimoniarlo, quello dello stop alle auto a benzina e diesel dal 2035: il testo, dopo due i due via libera necessari arrivati dall’Eurocamera necessitava della mera ratifica dei 27 prima dell’entrata in vigore ma l’opposizione da parte di alcuni Stati membri ha fermato l’iter.
Reloader Onlus
15 marzo 2023
Scelte sostenibili – Tendenze