Eco-tendenze – Dopo le meraviglie di Avatar e dell’albero della vita, la salvaguardia delle foreste, polmone verde del pianeta, torna protagonista in questi giorni nelle sale cinematografiche con una colorata storia d’animazione che parla di ambiente, di conflitti tra gli abitanti della foresta e gli umani, ma anche di amore e di pace.

Mavka e la foresta incantata, film d’animazione ucraino diretto da Oleh Malamuzh e Oleksandra Ruban, è una eco-favola moderna che mostra con toni leggeri ed efficaci l’importanza del rapporto con la natura e del rispetto che l’uomo dovrebbe dimostrarle. Basato sul poema classico “La canzone della foresta” (1912) della celebre poetessa ucraina Lesya Ukrainka, racconta la storia di uno spirito della natura di nome Mavka, una bellissima ninfa nota agli esseri umani come Anima della foresta, che vive nella natura insieme al suo animale custode. Il suo compito è proteggere e salvaguardare la foresta dagli umani, desiderosi di invadere il suo regno e rubarne i doni.
Le foreste ucraine sono dei luoghi misteriosi in cui tutto è possibile. Creature mitologiche e spiriti della foresta le preservano dall’intervento umano, regolando e garantendo, al contempo, le fasi stagionali che permettono alla natura di prosperare in armonia. È uno spicchio di mondo antico e remoto, con una storia che affonda le sue origini nel mito dei ricordi e nelle leggende dei racconti. Uno dopo l’altro si susseguono il Villaggio, la Montagna Oscura e la Foresta, vicini ma distanti, confinanti ma in conflitto. Una faida, quella tra gli abitanti del Villaggio e gli esseri della Foresta, nata quando il proprietario della segheria ha oltrepassato la Montagna Oscura che divide i due luoghi per chiedere aiuto al Guardiano della Foresta, per poi tornare con altri umani a disboscare e distruggere. Il conflitto che ne è nato ha portato alla chiusura del passaggio tra i due mondi, all’isolamento dei due popoli, all’odio tra le genti. Ora, dopo tanti, anni, è il tempo di trovare un nuovo guardiano: Mavka è un’anima della foresta gentile e curiosa ma anche misteriosa e combattiva, che ha il compito di risvegliare piante e animali dal torpore invernale. Dall’altra parte della montagna, però, vivono gli umani, temuti nemici di questo luogo perché in passato hanno cercato di appropriarsi della fonte della vita che sgorga alle basi di una albero sacro.
Dopo un lungo inverno Mavka, l’anima della Foresta, riapre gli occhi. Il freddo è passato e tutti gli animali e le piante si preparano a risvegliarsi, ma non sanno ciò che li attende. Un’umana infatti, Kylyna, sta tramando per rubare ciò che hanno di più prezioso: la Sorgente della vita. Per arrivare al suo scopo, la donna si affida alle guardie del corpo Erik e Derik e al musicante Lukas, che è costretto a partecipare alla ricerca per trovare la foglia del Salice magico che può salvare suo zio Lev da una malattia. Tra ninfe della natura, antichi spiriti e cicogne, Mavka e il fedele gattorana Swampy, l’ultimo della sua specie, vivranno un’avventura sorprendente che li porterà ad abbattere pregiudizi e a portare finalmente la pace tra umani e abitanti della Foresta.
Per rendere l’idea della profonda comunione della protagonista con l’ambiente circostante i suoi capelli, gli occhi e i vestiti cambiano colore a seconda del suo stato d’animo e dell’atmosfera dell’ambiente circostante. Lei rappresenta la foresta anche con la sua immagine, come un’escamotage puramente visivo che però funge da finestra sull’animo della protagonista.
A proposito di salvaguardia del patrimonio boschivo, sembra che il rispetto delle foreste, l’importanza della preservazione della loro biodiversità e del ruolo degli alberi che le animano, sia un tema che in Italia trova attenzione: si moltiplicano le iniziative di ricostituzione delle aree urbane ed extraurbane verdi e le foreste gestite in modo sostenibile sono in aumento, come dimostra l’annuale Rapporto sulla certificazione presentato da PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) Italia. In particolare, sono saliti a 889.032,60 gli ettari certificati in nome della sostenibilità. 8.000 in più rispetto al 2019. L’area forestale certificata più ampia si conferma quella del Trentino Alto-Adige con 555.997,96 ettari. Al secondo posto il Friuli Venezia Giulia con 92.016,30 ettari, mentre al terzo il Veneto con 74.360,43 ettari. A seguire, le superficie forestali certificate di Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Basilicata, Marche e Umbria. In aumento, raggiungendo quota 1.179, anche le aziende di trasformazione di legno e carta certificate. Sul podio, il Veneto, seguito da Lombardia e Trentino Alto Adige. Al Centro le regioni più virtuose sono Toscana e Lazio, mentre al Sud risalta la Campania. Nel complesso, il numero di aziende che scelgono legno proveniente da foreste certificate ha registrato un incremento del 7,7% rispetto al 2019.
Il PEFC è un sistema europeo per la certificazione ambientale. Un marchio che attesta la gestione sostenibile di una foresta. Il suo obiettivo è quello di fornire uno strumento di mercato che consenta la commercializzazione di legno e altri prodotti forestali derivanti da boschi e impianti gestiti in modo sostenibile. Il programma si propone quindi di incentivare una gestione boschiva ecologicamente idonea, ma anche finalizzata al raggiungimento di benefici sociali ed economici.
di Redazione
30 aprile 2023
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