
L’alimentazione ha effetti profondi sulla salute fisica e mentale. È quindi fondamentale incoraggiare atteggiamenti alimentari responsabili per garantire, soprattutto a lungo termine, la salute fisica e mentale dei cittadini, partendo dalle nuove generazioni. Un’alimentazione equilibrata e corretta, ma anche gradevole ed accettabile, costituisce per tutti un presupposto essenziale per il mantenimento di un buono stato di salute e, in età evolutiva, per una crescita ottimale.
Si parla dunque di scuola. La ristorazione scolastica infatti è strumento prioritario per promuovere la salute e condurre ad una corretta alimentazione: ha il compito di educare il bambino all’apprendimento di abitudini e comportamenti alimentari salutari, perché i bambini imparano a stare a tavola, a mangiare ciò che hanno nel piatto senza sprechi e ad apprezzare sapori diversi a volte inconsueti. La variazione stagionale dei cibi è fondamentale perché consente di proporre menu variabili per il periodo autunno-inverno e primavera-estate, facilmente attuabili per la ricchezza di alimenti della dieta mediterranea: così i bambini acquisiscono la disponibilità di ortaggi, verdura e frutta in relazione alle stagioni e soddisfano la necessità fisiologica di modificare l’alimentazione secondo il clima.
L’alimentazione del bambino, insomma, deve essere considerata in un contesto più ampio, quale quello dell’ambiente, inteso non solo in senso fisico, ma anche socio-culturale e psicologico. La ristorazione scolastica non deve dunque essere vista esclusivamente come semplice soddisfacimento dei fabbisogni nutrizionali, ma deve essere considerata un importante e continuo momento di educazione e di promozione della salute diretto ai bambini, che coinvolge anche docenti, gestori delle mense, ASL e genitori.
Dal momento che obiettivo primario della ristorazione scolastica è garantire col pasto in mensa qualità nutrizionale, fruibilità dei nutrienti e sicurezza igienico-sanitaria, a cui si deve aggiungere il gusto, occorre integrare scelte motivate da aspetti tecnico-teorici con il buon senso, considerando che le proposte alimentari del modello base hanno una forte valenza educativa.
La gestione del cibo distribuito nelle mense, sebbene sembri seguire i canoni della dieta mediterranea, tuttavia non sempre rispetta i canoni per un corretto approccio al cibo e per un efficiente utilizzo delle risorse della terra. Presta ancora poca attenzione alla qualità e all’efficienza nella produzione del cibo. I prodotti biologici, ad esempio, sono presi in considerazione in minima parte. I frutti derivanti dall’agricoltura biologica in grado di preservare la varietà dei prodotti tradizionali che forniscono maggiore valore nutrizionale e che hanno un impatto zero sull’ambiente, non trovano riscontro favorevole all’interno della ristorazione scolastica. Nelle mense, pertanto, si assiste a una distribuzione del cibo dove il livello di qualità è più basso e l’educazione alimentare non viene orientata verso una direzione etica legata alle risorse da preservare, al risparmio nel consumo dell’acqua, un minore ricorso all’energia fossile, una riduzione dei gas serra e la produzione e il confezionamento e la vendita dei prodotti. Oltre allo spreco alimentare che si genera all’interno di questi ambienti, tutto questo può incidere anche sullo stato di salute degli allievi. La corretta alimentazione nelle scuole rimane perciò un tema prioritario da affrontare con urgenza per fornire agli alunni i giusti elementi per un’educazione e una formazione alimentare.
Buona sostenibilità
Riccardo Bucci – Direttore Responsabile, Vivere Sostenibile Lazio
31 gennaio 2022
Editoriali