
Genziana asclepiadea. Tutte le genziane sono blu o viola, alcune raggiungono i toni del rosa, del fucsia o dell’azzurro. Oddio non tutte. La più famosa di tutte (Gentiana lutea) é gialla; è dalla radice di quella che si estraggono gli amaricanti che diventano famosi in liquoreria (fernet, aperol, vermut etc). Anche le genziane blu hanno però il loro valore ed anzi il fatto di non essere così “mainstream” le eleva ed in ogni località montana c’è almeno un amaro a base di una qualche genziana.
Il sapore di questi infusi subisce influenze determinanti oltre che dalla specie usata anche dal contesto ambientale ed è quindi difficile che in due paesini vicini di un massiccio o di una catena montuosa si possano assaggiare due amari uguali. La pianta della foto è una Gentiana asclepiadea, una genziana minore che cresce alla quota del faggio. Anche dalla sua radice è possibile estrarre l’amarogentina, un glicoside che é la sostanza naturale più amara fin’ora isolata, capace di mantenersi percepibile al gusto anche in soluzioni diluite 1 a 20.000.
Il nome genziana ci viene descritto da Plinio come derivato del nome Genzio appartenuto ad un antico re d’Illiria mentre il nome specifico la dedica ad Esculapio dio della medicina.
Esculapio non era nato Dio. La madre, Coronide, era umana e amante di Apollo. Quando sedotta e abbandonata si riaccompagnò venne punita da Artemide e uccisa ma Apollo volle salvare il figlio che aveva in grembo e mandò Ermes a salvarlo. Esculapio, o Aschelepio per i greci, crebbe ed ottenne poteri guaritori formidabili; il suo sangue poteva sia guarire che far ammalare e dopo che Chirone l’ebbe educato padroneggiò la medicina tanto da diventarne Custode. Zeus intimorito dal suo potere e dall’ascendente che Esculapio aveva tra i popoli lo uccise ma Apollo adirato si vendicò uccidendo i tre ciclopi che forgiavano le saette al Padre; per tentare una conciliazione, Zeus concesse ad Aschelepio la Divinità mutandolo nella costellazione di Ofiuco, il tredicesimo segno zodiacale.

Ospedale Fatebenefratelli
Il Dio della medicina era realmente popolare e si diceva che bastasse dormire in uno dei templi a lui dedicati per guarire da qualunque malanno. Quando Roma venne colpita dalla peste nel 291 a.c. il Senato propose l’introduzione del culto. Venne mandata una delegazione ad Epidauro per recuperare la statua del dio. Quando il carico giunse nei pressi dell’isola Tiberina, un serpente, animale sacro al dio, sceso dalla nave la raggiunse a nuoto. L’evento venne interpretato come un segno e su quell’isola sorse il primo tempio della medicina di Roma. Quel luogo é ancora oggi sede di una delle maggiori istituzioni mediche d’Italia, l’ospedale Fatebenefratelli.
Massimo Luciani, Etnobotanica
7 febbraio 2022
Foto della genziana: Massimo Luciani
Nota
Esistono tante varietà di genziana che può essere annuale, biennale oppure perenne. Oggi questa pianta è a forte rischio di estinzione, ed è quindi una specie protetta: vietatissimo raccoglierla. Le varietà di genziana sono 400 in tutto il mondo, quelle diffuse in Italia però sono molte meno. Non è facile stabilire in quali regioni del mondo abbia avuto origine questa pianta: ne esistono così tante specie che ognuna ha le proprie caratteristiche e le proprie aree di diffusione. Oggi la genziana si può trovare in tutte le regioni temperate dell’Europa, dell’Asia e dell’America, ma alcune specie crescono anche in Africa settentrionale, in Australia orientale e in Nuova Zelanda. Nella nostra Penisola le genziane crescono spontanee in tutto l’arco alpino, il loro habitat ideale. Alcune varietà si trovano però anche sugli Appennini, dove la tradizione dell’utilizzo di questa pianta per infusi e liquori è fortemente radicata nelle abitudini delle classi popolari.
Questa pianta è da sempre molto utilizzata anche in erboristeria, grazie alle sue molteplici proprietà, l’infuso di radici di Genziana è un favoloso elemento base da cui è possibile ottenere prodotti di ottima qualità, genuini ed altamente digestivi. Oltre ad essere un’erba molto antica, è famosa per le spiccate proprietà digestive, diuretiche, tonificanti, antibiotiche e carminative che hanno le sue radici.
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